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Donald Trump con Benjamin Netanyahu
Donald Trump con Benjamin Netanyahu

Occupazione di Gaza: proteste a Tel Aviv, Netanyahu sfida l’esercito. Trump: “decide Israele”

Il capo dell'esercito: "Rischi per gli ostaggi, soldati logorati". Giovedì la decisione. L'Onu: “Conseguenze catastrofiche”
giovedì, 7 Agosto 2025
2 minuti di lettura

Sale la tensione in Israele sul futuro della guerra a Gaza. Il premier Benjamin Netanyahu insiste per occupare l’intera Striscia, ma il capo di Stato maggiore, Eyal Zamir, avverte che l’operazione metterebbe a rischio la vita degli ostaggi, provocherebbe gravi perdite militari e isolerebbe ulteriormente il Paese. Zamir, sostenuto dal ministro della Difesa Israel Katz, ha definito il progetto “una trappola”. Nonostante ciò, Netanyahu ribadisce che “l’esercito obbedirà”. Anche il leader dell’opposizione Yair Lapid si è schierato contro: “Il popolo non vuole questa guerra. Pagheremo un prezzo troppo alto”. Il dibattito divide anche i riservisti. Secondo Channel 12, nelle loro organizzazioni cresce la frustrazione per il peso eccessivo del servizio, la carenza di personale e la contemporanea proposta di esenzione per gli ultra-ortodossi. “Volete conquistare Gaza? Iniziate a reclutare”, ha attaccato il maggiore generale Yonatan Shalev. Intanto, centinaia di israeliani hanno manifestato a Tel Aviv, guidati dalle famiglie degli ostaggi. “Abbiamo già perso questa guerra. Basta così”, ha detto Vicky Cohen, madre di un prigioniero. Alcuni hanno bloccato l’autostrada Ayalon per chiedere la liberazione immediata dei sequestrati. Sul piano internazionale, l’Onu parla di “notizie profondamente allarmanti” e avverte di “conseguenze catastrofiche” per milioni di palestinesi se Israele estendesse le operazioni. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha definito l’occupazione “un grave errore” e ribadito la contrarietà a ogni insediamento in Cisgiordania. Dagli Stati Uniti, Donald Trump — in diretta televisiva — ha annunciato un piano da 60 milioni di dollari per garantire cibo a Gaza, con il sostegno logistico di Israele e fondi dagli Stati arabi. “Siamo lì per sfamare la gente. L’occupazione dipende da Israele”, ha precisato.

Crisi umanitaria sul campo

Sul terreno, la crisi umanitaria peggiora. Ieri, secondo fonti ospedaliere, 83 persone sono state uccise dai bombardamenti israeliani, 58 delle quali mentre attendevano aiuti alimentari. Otto persone — un bambino e sette adulti — sono morte di fame, portando a 188 il bilancio delle vittime di malnutrizione registrate negli ospedali dall’inizio del conflitto. Nella notte, un camion di aiuti si è ribaltato a Deir al-Balah, causando 20 morti e decine di feriti. Secondo Hamas, Israele obbliga gli autisti a percorrere strade affollate di civili affamati, provocando caos e incidenti. L’esercito ha dichiarato di aver aperto un’indagine.

Operatori umanitari chiedono meno restrizioni

Le organizzazioni umanitarie denunciano anche nuove restrizioni israeliane: un regolamento del 9 marzo impone alle ONG di fornire dati sensibili sui propri dipendenti palestinesi, pena la cessazione delle attività a Gaza e in Cisgiordania. L’ONU e oltre 200 ONG avvertono che, senza modifiche entro il 9 settembre, gran parte delle operazioni umanitarie sarà interrotta, tagliando l’accesso a cibo, cure e rifugi a milioni di persone. Dall’inizio della guerra, Gaza — 365 km² per oltre due milioni di abitanti — è sottoposta a un assedio che, secondo le Nazioni Unite, sta spingendo la popolazione verso una carestia generalizzata.

Iran: giustiziato collaboratore Mossad

Infine, dall’Iran arriva la notizia dell’esecuzione di Roozbeh Wadi, accusato di spionaggio per il Mossad. Secondo l’agenzia Mizan, avrebbe trasmesso documenti riservati a Israele, incontrando più volte agenti a Vienna, e fornito informazioni su uno scienziato nucleare iraniano ucciso.

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