Per la prima volta, India e Filippine hanno condotto esercitazioni navali congiunte nel Mar Cinese Meridionale, una delle aree più contese dell’Indo-Pacifico. Le manovre, iniziate il 4 agosto, si sono svolte nella zona economica esclusiva filippina, con la partecipazione di quattro navi da guerra indiane: il cacciatorpediniere INS Delhi, la nave da ricognizione INS Sandhayak, la petroliera INS Shakti e la corvetta antisommergibile INS Kiltan. L’operazione, definita “attività cooperativa marittima”, ha l’obiettivo di rafforzare la sicurezza regionale e promuovere la libertà di navigazione in un’area dove la Cina rivendica quasi l’intero bacino marittimo, nonostante le contestazioni di diversi Paesi, tra cui Vietnam, Malesia, Brunei, Taiwan e le stesse Filippine. Il capo di stato maggiore filippino, Romeo Brawner, ha definito le esercitazioni “di successo”, pur confermando che le navi sono state monitorate a distanza da unità cinesi. “Ce lo aspettavamo,” ha dichiarato, sottolineando che non si sono verificati incidenti. La Cina ha reagito duramente, accusando Manila di “provocazioni in collaborazione con potenze straniere” e minacciando contromisure per difendere la propria sovranità. Il portavoce del Ministero della Difesa cinese, colonnello Zhang Xiaogang, ha ribadito che Pechino “non vacillerà” nel proteggere i propri interessi. Le esercitazioni precedono la visita ufficiale del presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. in India, dove incontrerà il primo ministro Narendra Modi per rafforzare i legami bilaterali in materia di difesa, commercio e sicurezza marittima. In un contesto di crescente competizione geopolitica, l’alleanza tra India e Filippine si inserisce nella strategia di contenimento dell’influenza cinese e nella promozione di un ordine internazionale basato su regole condivise. Il Mar Cinese Meridionale, ancora una volta, si conferma epicentro delle tensioni globali.
