Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sarebbe pronto a ordinare una nuova offensiva militare per tentare di liberare i 50 ostaggi israeliani ancora detenuti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023, a causa dell’apparente disinteresse di Hamas a negoziare un accordo. Lo riferisce un alto funzionario israeliano, citato dai media locali, secondo cui si starebbe delineando un cambio di strategia da parte del governo di Gerusalemme. “C’è una crescente consapevolezza che Hamas non sia interessata a un accordo. Il primo ministro sta quindi spingendo per un rilascio attraverso una soluzione militare, accompagnata dalla distribuzione di aiuti umanitari nelle aree non sotto il controllo diretto di Hamas”, ha dichiarato la fonte.
La notizia arriva all’indomani della diffusione di due video scioccanti che mostrano gli ostaggi Rom Breslavsky ed Evyatar David, apparsi emaciati e in condizioni disumane nei tunnel di Hamas. Le immagini hanno riacceso la rabbia e la disperazione delle famiglie, che accusano il governo di abbandonare i prigionieri a una lenta agonia.
La reazione
Il quartier generale delle famiglie degli ostaggi ha reagito duramente: “Netanyahu sta conducendo Israele e gli ostaggi alla rovina. L’idea che si possa estendere la guerra e ottenere la liberazione dei prigionieri è una frode. Non sopravviveranno ad altri giorni d’inferno. Questo è il fallimento del secolo”. Nonostante l’intensificarsi delle pressioni, l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha rassicurato i familiari sabato: “Netanyahu è impegnato a porre fine al conflitto. Hamas sarebbe pronta al disarmo”. Ma la fiducia sembra ormai scarsa, anche all’interno della società israeliana.
Secondo quanto riportato, il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà entro la settimana per discutere l’espansione dell’offensiva militare. I nuovi piani includerebbero operazioni nei campi profughi del centro di Gaza, finora evitati proprio per la presenza degli ostaggi.
Replica
Netanyahu, parlando dopo la pubblicazione dei video, ha dichiarato: “Ho chiamato le famiglie, le ho abbracciate a nome mio e di mia moglie. Quei mostri di Hamas li fanno morire di fame come i nazisti facevano con gli ebrei. Hamas non vuole un accordo, vuole spezzarci psicologicamente”.
Dura la risposta di Hamas, che tramite il portavoce dell’ala militare Abu Obeida ha negato che gli ostaggi vengano deliberatamente affamati, attribuendo le loro condizioni al blocco e alla fame generalizzata nella Striscia. In cambio della consegna di cibo e medicine ai rapiti, Hamas ha chiesto la cessazione dei raid aerei e l’apertura di corridoi umanitari.