Tono solenne, parole dure. Alla tradizionale cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare, ieri Sergio Mattarella ha tracciato un quadro internazionale cupo, segnato da guerre, tensioni e gravi violazioni dei diritti umani. Al centro del suo discorso, la Russia e la crisi in Medio Oriente, con un attacco frontale a Mosca (in mattinata è stato accusato dal Cremlino di ‘russofobia’ come spieghiamo nel pezzo a fianco) e un accorato richiamo alla comunità internazionale sul dramma di Gaza. Di certo il Presidente della Repubblica non ha usato mezzi termini: “La scelta e la postura della Russia hanno, più che stravolto, cancellato l’equilibrio che garantisce la pace e dissuade da avventure di guerra”. L’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca rappresenta, secondo il Capo dello Stato, una frattura storica che pesa come “un macigno sulle prospettive del continente europeo e dei suoi giovani”. Mattarella ha voluto rimarcare la pericolosità di un atteggiamento aggressivo che, secondo molte capitali europee, potrebbe preludere ad ulteriori tentativi di espansionismo da parte della Federazione Russa.
L’Italia si allinea così in modo netto con le posizioni dell’Unione europea e della Nato, in un momento in cui, ha ammonito il Presidente, “l’equilibrio è l’unico baluardo contro la tentazione di dominio, che è il male ricorrente della storia”.
Gaza, una crisi intollerabile
Non meno severo il giudizio sulla situazione nella Striscia di Gaza. Dopo aver ricordato l’orrore dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, il Capo dello Stato ha denunciato “l’inaccettabile rifiuto del governo israeliano di rispettare a Gaza le norme del diritto umanitario”. Ridurre alla fame un’intera popolazione “è disumano”. Dalle ambulanze colpite ai bambini assetati uccisi in fila per l’acqua, Mattarella ha citato episodi concreti che, a suo avviso, “rendono difficile credere alla tesi degli ‘errori’ e fanno pensare piuttosto a una tragica ostinazione nell’uccidere indiscriminatamente”. Il bombardamento della parrocchia della Sacra Famiglia è stato definito un errore, ma, ha ricordato il Presidente con una citazione latina, “errare humanum est, perseverare diabolicum”.
Il Capo dello Stato ha lanciato un allarme anche sull’antisemitismo, che “riaffiora anche in Italia”, alimentato “anche per stupidità”. Ha difeso con forza la libertà di stampa, ricordando il ruolo cruciale dei giornalisti, soprattutto nelle zone di guerra: “I giornalisti uccisi sono martiri della libertà di informazione”.
Le sfide interne
Parole dure anche sulla crisi che investe la Rai e la Commissione di Vigilanza parlamentare, definita “sconfortante”. In vista dell’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla libertà dei media, Mattarella ha ribadito che “la libertà vive del funzionamento delle istituzioni, non della loro paralisi”. In un mondo sempre più interconnesso, il Presidente ha rivendicato poi la centralità del multilateralismo, difendendo con forza l’Onu, spesso bersaglio di critiche, come baluardo insostituibile. L’Europa, ha spiegato, “non può più rimandare la costruzione di una politica estera e di difesa comune”, da esercitare “in sintonia con l’Alleanza Atlantica”.
Anche sul piano economico Mattarella ha sottolineato il ruolo positivo degli accordi di libero scambio tra l’Ue e grandi aree del mondo come Canada, America Latina, Giappone e India, visti come strumenti che “presidiano la pace” attraverso la cooperazione.
Il monito finale
Nel suo intervento il Capo dello Stato ha ricordato che “oggi molti aspirano ad essere temuti più che ammirati. Ma la paura non costruisce futuro, distrugge autorevolezza”. E ha avvertito: “Sembra che la storia sia tornata a scorrere, ma la direzione giusta non può essere quella di tornare indietro verso un mondo in perenne conflitto”. Un discorso, quello di Mattarella, che suona come un grido d’allarme. Ma anche come una ferma rivendicazione dei valori fondanti della Repubblica: pace, giustizia, democrazia, rispetto del diritto internazionale.