“Nel quarantesimo anniversario dell’assassinio del Commissario Giuseppe Montana, la Repubblica si inchina nel loro ricordo”. Con queste parole, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio, in una nota del Quirinale, ai tre uomini dello Stato assassinati dalla mafia nel 1985: Giuseppe Montana, Antonino Cassarà e Roberto Antiochia. Una memoria che resta viva nel cuore delle istituzioni e della società civile, a distanza di quarant’anni da quei tragici giorni che segnarono una delle stagioni più buie nella lotta alla criminalità organizzata.
“Montana, Cassarà e l’agente Antiochia – ha sottolineato Mattarella – furono servitori dei valori della nostra comunità. Investigatori intelligenti e tenaci, inflissero colpi durissimi a Cosa Nostra, contribuendo all’arresto di latitanti pericolosi e al lavoro istruttorio dei magistrati coraggiosi di cui furono collaboratori preziosi”.
Nucleo investigativo d’elite
Il Capo dello Stato ha ricordato come Giuseppe Montana fu tra i fondatori della sezione ‘catturandi’ della Squadra Mobile di Palermo, un nucleo investigativo d’élite che mise in discussione l’idea di una mafia invincibile. Pochi giorni dopo la sua uccisione, anche il Vicequestore Antonino Cassarà fu assassinato in un agguato, insieme all’agente di scorta Roberto Antiochia. Cassarà aveva fornito un contributo fondamentale all’istruttoria del Maxiprocesso di Palermo, snodo cruciale nella storia della giustizia antimafia. “Furono uccisi perché la mafia li temeva”, ha ribadito il Presidente. “Le loro testimonianze di vita sono trasmesse ai più giovani, affinché crescano in loro i valori di legalità e giustizia che soli possono garantire un futuro degno”.
Nel giorno della memoria, Mattarella ha infine rinnovato “la vicinanza e la solidarietà del Paese ai familiari, ai colleghi e a quanti furono loro amici”.