Carlo Nordio, oggi Ministro della Giustizia e promotore del disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere in magistratura, nel 1994 firmava un documento contrario a quella stessa riforma. A rivelarlo è la rivista ‘La magistratura’, organo dell’Associazione nazionale magistrati, che pubblica il testo di una lettera datata 3 maggio 1994, sottoscritta da diversi magistrati della Procura della Repubblica di Venezia, tra cui lo stesso Nordio, allora Pubblico ministero. Il documento, inviato via fax alla sede romana dell’anm, esprimeva adesione a un precedente comunicato pubblicato nell’aprile dello stesso anno, che raccoglieva l’opinione di oltre 1500 magistrati contrari alla separazione tra funzione requirente e giudicante. I firmatari ritenevano la distinzione tra i due ruoli dannosa per l’unitarietà della giurisdizione.
Intervistato da ‘Il giornale’, Nordio ha spiegato quel cambio di posizione: “Nel ’92 eravamo tra stragi e Tangentopoli e la magistratura doveva rimanere compatta”, ha dichiarato. Ma già tre anni dopo, ha aggiunto, “scrissi che stavamo esagerando, e che erano necessarie riforme radicali”.
La convocazione
Il Ministro ricorda anche come nel 1997 fu convocato dai probiviri dell’Anmper chiarire le sue “idee eretiche”: “Naturalmente li mandai al diavolo”, afferma oggi. Nordio ha fatto sapere di aver recuperato la documentazione di quell’epoca, ora pubblicata sul sito del Ministero della Giustizia. “Scrissi della separazione delle carriere la prima volta 30 anni fa. Fui criticato duramente dall’Anm, ma non ho mai cambiato idea da allora”, ha precisato. “Oggi quell’impresa si sta finalmente realizzando”.