Secondo quanto riportato da una nota di Pro Vita & Famiglia onlus, la maggioranza parlamentare di Centrodestra ritiene che la propria proposta di legge sul suicidio assistito sia la migliore risposta per arginare quella che percepisce come una deriva eutanasica imposta dalle sentenze giudiziarie e dall’attivismo radicale. Ma questa scelta potrebbe rivelarsi errata sia strategicamente che nel contenuto stesso della legge. Difatti Pro Vita & Famiglia avverte che ogni tentativo legislativo di limitare la portata delle decisioni della Corte Costituzionale risulterebbe inutile, dato che i giudici avrebbero comunque il potere di interpretare liberamente le nuove norme.
La nota sottolinea inoltre il rischio che una legge sul suicidio assistito, anche se pensata per restringere tale pratica, potrebbe paradossalmente legittimare nella società l’idea di un “diritto a morire”, portando così a una crescita significativa delle richieste e dei casi di morte assistita.
L’auspicio
L’organizzazione auspica pertanto una pausa di riflessione durante il periodo estivo, invitando il Centrodestra a ripensare completamente la strategia e a respingere non solo il proprio testo di legge, ma anche il ddl Bazoli. La vera risposta proposta sarebbe una revisione profonda del sistema socio-sanitario, con maggiore attenzione a cure palliative, assistenza domiciliare, hospice e formazione specialistica per gli operatori sanitari. Infine Pro Vita & Famiglia ha annunciato una vasta campagna nazionale per l’estate, con l’obiettivo di portare all’attenzione delle istituzioni le voci delle persone fragili e delle loro famiglie, contrarie a normative che legittimano il suicidio assistito anziché offrire supporto e speranza.
Queste dichiarazioni seguono la decisione unanime delle Commissioni Giustizia e Sanità del Senato di rinviare il voto sul disegno di legge in discussione.
