D.L. Rilancio n. 34 del 19 maggio 2020: tanti soldi annunciati, quasi a pioggia; ce ne saranno per tutti probabilmente, o quasi.
Ma le idee?
Avevo in programma una semplice cena tra amici in pizzeria questo week-end: a tavola tra adulti, seduti solo per degustare una pizza fumante appena uscita dal forno a legna e discutere con loro sul futuro professionale, su come riorganizzare il lavoro, i nuovi sbocchi professionali, le imprese emergenti e i settori trainanti, il problema scolastico ed educativo dei figli a casa a studiare on-line.
Tanti i temi aperti, meritevoli di dibattito conviviale.
Prudenzialmente, dopo le vivaci immagini della movida in giro per l’Italia nei vari Tg e programmi di approfondimento, abbiamo deciso di rinviare la nostra pizza: ma con la pizza abbiamo anche rinunciato all’atteso scambio di idee, così rinviato a data da destinare.
Ma quanto ancora possiamo rinviare quegli incontri professionali, individuali o collettivi, intorno ad una tavola?
Può la movida avere la meglio sull’esigenza di tornare a pensare insieme, con le dovute misure di sicurezza?
Non dimentichiamo che intorno ad un tavolo ed un evento conviviale organizzato a volte si risolvono positivamente, con una idea nuova o una ritrovata empatia, mesi di negoziati commerciali, legali, politici, istituzionali che prima non trovavano sbocco.
Non dimentichiamo quanto il famoso “patto della crostata” abbia inciso sul futuro corso della politica italiana.
Durante gli eventi, business lunch e dinner, tutti abbiamo avuto la possibilità di scambiare idee in modo conviviale tra persone: alcune a volte inaccessibili, ma diventate a portata di mano grazie a quel buon bicchiere di vino a tavola o al banquet, con reciproche occasioni di crescita culturale e confronto di idee.
Le idee: quelle che dal mito della caverna di Platone hanno consentito al pensiero filosofico di evolvere, facendo evolvere la società occidentale per come oggi la conosciamo, che pongono in raccordo individuo e società. Le idee dovrebbero venire prima dei soldi, per decidere come spenderli: altrimenti sono solo procedure e centri di spesa senza un programma di spesa!
I webinar sulle tante piattaforme possono essere utili a diffondere conoscenza, ma hanno il limite di non facilitare il dialogo ed il confronto umano dialettico, quello che, anche nella passione dell’oratoria, gioca le sue dinamiche.
Anche la professione di avvocato rischia di essere sminuita – e con esso il diritto costituzionale di difesa di cui all’art. 24 Cost. riconosciuto a tutti noi – ove, già nella fase 2, usciti dalla vera crisi Covid-19, sia sottratta la facoltà di svolgere in discussione orale de visu quel ragionamento che a volte accende una luce di ingegno e porta il Giudice sulla questione di fatto o di diritto che è il vero centro di interessi per cui si chiede di dare alle parti la regola concreta. Ci sarebbe da chiedersi come Piero Calamandrei riscriverebbe oggi il suo Elogio dei giudici scritto da un avvocato.
La tecnologia è uno strumento utile di comunicazione e dialogo ma non deve e non può prendere il sopravvento e sostituirsi a tutte le altre occasioni di incontro e confronto da cui nascono e si sviluppano le idee. Quelle che in qualche modo sembrano mancare nello stesso d.l. rilancio, forse perché nasce in un contesto asettico proprio del confronto tramite piattaforme e webinar: come se mancasse di anima, di una prospettiva profonda che lasci intendere di aver veramente trovato la via semplice per l’uscita dalla crisi pur dovendo fare scelte complesse e complicate.
La nostra economia per rifiorire ha bisogno delle idee ed intuizioni, quelle idee ed intuizioni che siamo solitamente riconoscerci reciprocamente quando condividiamo una primizia della nostra terra.
Io, come tutti, ho fame di idee per uscire dal lock-down, per ripartite, per tornare a costruire, per tornare a realizzare i miei talenti e sogni, insieme a tutti gli altri. Per tutti c’è il bisogno di tornare a confrontarsi dal vivo e di persona: forse dovremmo chiedere con garbo alle generazioni più giovani, nel loro interesse, di attendere con le movide, per dare prima il tempo a chi prova a produrre di tornare in pista per poi divertirci tutti insieme e condividere gli esiti di tanti sacrifici fin qui fatti e quelli ancora da fare. C’è una lunga strada da percorrere: torniamo ad insegnare il valore dell’attesa per un bene superiore, di tutta la comunità; in questa attesa c’è tutta la dignità del lavoro che eleva l’uomo verso un fine più grande del mero individuo … essere ciascuno parte responsabile della società, prendendosene cura. In fin dei conti il Covid-19 ci ha ricordato questo insegnamento: a prenderci cura l’uno dell’altro.