Venerdì 11 luglio, aeroporto di Roma Fiumicino, direzione Berlino. La nostra meta? Il Lollapalooza Festival, nato nel 1991 grazie al cantante dei Jane’s Addiction, Perry Farrel. Per la capitale tedesca è il secondo appuntamento con il Lollapalooza, il primo fu dieci anni fa, nel 2015 e il successo è di nuovo annunciato. Nelle due ore di volo passiamo dai 35° romani ai 20° berlinesi, una accoglienza beneaugurante per il momentaneo sollievo, turbato solo da una pioggia fastidiosa e insidiosa se si pensa che il Festival si svolgerà tutto all’aperto.
Ma l’incidente meteorologico non ferma l’entusiasmo di un pubblico arrivato da tutto il mondo per vedere i propri beniamini, passare un weekend diverso dal solito e scoprire nuove proposte. Il denso programma musicale va in scena lo stesso, alternando sul palco dj e cantanti di fama internazionale come Justin Timberlake, J-Hope, Gracie Abrams, Benson Boone. L’atmosfera si carica subito di energie positive ed elettrizzanti, soprattutto per la presenza inedita di J-Hope, rapper e ballerino della band k-pop BTS. E se è raro vedere un gruppo sudcoreano in Europa, è ancor più raro vedere proprio un membro dei BTS esibirsi in questo Continente.
Main act della prima giornata l’esibizione di Justin Timberlake, che, seppure siano passati anni dal suo debutto, continua a stupire per la sua presenza scenica e le canzoni che hanno segnato la cultura pop dagli Anni ‘90 in poi. Sentire dal vivo “Mirrors” o “Cry me a river” sono sicura che è una esperienza che la maggior parte dei Millennials e della Gen z scorderà difficilmente.
Dal freddo e dalla pioggia di sabato si passa il giorno seguente al caldo torrido, ma anche questo non ostacolo il regolare svolgimento di una Kermesse più unica che rara. Ora sul palco si alternano artisti anche molto differenti tra loro, noti e meno noti, che si divertono a interagire con il pubblico. Tra loro spicca uno dei giovani talenti del momento, Benson Boone, che con “Beautiful Things” ha sfondato nel panorama musicale globale, riscuotendo da un anno un successo strabiliante. Con un’estensione vocale degna di nota e un timbro caldo e coinvolgente, il giovane americano ricorda per stile e movenze il grande Freddie Mercury.
Prima di lui si esibiscono “CA7RIEL & Paco Amoroso”, un duo argentino che realizza musica trap sperimentale. Sullo sfondo due gonfiabili giganti che li ritraggono e sul palco due ragazzi che hanno sconvolto, in senso positivo e negativo, tutto il pubblico con una performance folle, a tratti divertente, ma a tratti anche eccessivamente stravagante.
La giornata si conclude alla grande con J-Hope, che, tra canto, danza ed effetti pirotecnici, ha emozionato, divertito e fatto ballare tutto il pubblico. Il trentunenne sudcoreano ha dato vita a un concerto unico e indimenticabile, dando amore e ricevendolo a sua volta dal suo pubblico.
Insomma, nonostante la pioggia incessante o il solleone gli artisti hanno fatto faville. Forse, però, la cosa più toccante di questo tipo di esperienze è la facilità con cui si fanno nuove conoscenze, perché, per una piccola frazione di tempo, si abbattono tutte le barriere: tutti uguali e uniti dalla musica e dalle emozioni che regala. Ore e ore di file tra migliaia di persone, scottature per il troppo sole e una probabile insolazione sono stati, dunque, lo scotto da pagare per esserci all’Olympiastadion di Berlino, ma ne è valsa la pena, fosse anche solo per sentirsi parte di un qualcosa di grande.