Il concerto sinfonico diretto da Valery Gergiev, previsto per il 27 luglio nel cortile della Reggia di Caserta nell’ambito della rassegna Un’Estate da Re, è stato ufficialmente annullato. La decisione è stata comunicata dalla Direzione della Reggia, a seguito delle polemiche scaturite dalle posizioni filo-governative del direttore d’orchestra russo, ritenuto vicino al presidente Vladimir Putin.
Secondo quanto riportato, diverse associazioni ucraine avevano acquistato biglietti per protestare pacificamente durante l’evento. Questo avrebbe contribuito a intensificare la pressione mediatica e politica intorno all’iniziativa.
Il sostegno del Ministro della Cultura Giuli
Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha espresso il suo “pieno e convinto sostegno” alla scelta della Direzione. In una nota, ha definito la decisione “libera e insindacabile” e ha spiegato che l’annullamento risponde “a una logica di buon senso e di tensione morale volta alla protezione dei valori del mondo libero”. Il ministro ha aggiunto che, pur riconoscendo la qualità artistica dell’evento, l’evento era stato “strumentalizzato ideologicamente”.
Valente (PD): “Scelta giusta, invito inopportuno”
Anche la senatrice del Partito Democratico Valeria Valente ha accolto favorevolmente la notizia, definendola “una decisione giusta”. Secondo Valente, “ospitare un artista che ha pubblicamente sostenuto le scelte di Putin” risultava “profondamente inopportuno”, soprattutto considerando che l’evento era sostenuto da fondi pubblici. Ha inoltre sottolineato che le istituzioni culturali italiane rischiavano di dare visibilità e legittimazione a “un personaggio che certo non incarna i valori di democrazia e rispetto dello Stato di diritto”.
Critiche dal Movimento 5 Stelle: “La democrazia non censura”
Diversa la posizione espressa dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Cultura, che hanno definito “deprimente” l’esultanza per l’annullamento. In una nota hanno scritto: “Esultare perché un artista non può più esibirsi per le sue idee o le sue amicizie personali è il contrario di ciò che dovrebbe accadere in una democrazia”. Hanno poi lanciato un paragone provocatorio, chiedendosi se la stessa reazione si avrebbe nei confronti di artisti israeliani in contesti legati all’attuale conflitto a Gaza.
Il commento di Giulio Terzi: “Scelta auspicata da molti”
Il senatore di Fratelli d’Italia Giulio Terzi, presidente della commissione Politiche Ue, ha espresso “viva soddisfazione” per la decisione della Reggia di Caserta. Ha ricordato episodi passati in cui Gergiev aveva sostenuto pubblicamente la narrazione del Cremlino, come nel 2008, quando tenne un concerto a Tskhinvali, in Ossezia del Sud, parlando di “aggressione georgiana” e definendo la Russia “salvatrice”. Per Terzi, il concerto avrebbe finito per “normalizzare un grave crimine di aggressione” come la guerra contro l’Ucraina.
Cangiano (FdI): “Troppe polemiche, decisione saggia”
Anche Gimmi Cangiano, deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia a Caserta, ha definito l’annullamento una “scelta saggia”. In una nota ha dichiarato: “Pur essendo un convinto sostenitore della libertà e dell’autonomia che l’arte deve avere, comprendo e condivido la scelta”. Secondo Cangiano, la presenza di Gergiev avrebbe generato “troppa contrapposizione” e rischiato di creare tensioni in un luogo che dovrebbe esprimere “l’amore per la bellezza, declinata in ogni sua forma”.
Un episodio che divide il dibattito culturale
L’annullamento del concerto di Valery Gergiev continua ad alimentare un acceso dibattito tra chi sostiene che l’arte debba restare autonoma dalla politica e chi ritiene che, in tempi di guerra e propaganda, ogni scelta pubblica comporti una responsabilità simbolica. In mezzo, resta il segno di una decisione che ha suscitato reazioni fortemente polarizzate, riflettendo le tensioni del contesto internazionale.