lunedì, 21 Luglio, 2025
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Ventitré Paesi chiedono la fine della guerra a Gaza: “Sofferenza insostenibile”

23 Paesi occidentali, tra cui l’Italia e il Commissario europeo per l’Uguaglianza e la Gestione delle Crisi, hanno firmato una dichiarazione congiunta che segna un punto di svolta nella posizione internazionale sulla guerra in corso a Gaza. Il messaggio è diretto e inequivocabile: “La guerra a Gaza deve finire ora”. Il documento – sottoscritto, tra gli altri, da Australia, Austria, Belgio, Canada, Francia, Spagna, Regno Unito, Irlanda, Svezia e Paesi Bassi – condanna le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario da parte del governo israeliano e chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente, invocando “un percorso politico verso la pace”.
Al centro del documento, l’allarme umanitario: “La sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto livelli mai visti prima”, si legge. I firmatari accusano Israele di impedire il flusso di aiuti umanitari, con un sistema di distribuzione definito “a goccia”, che “alimenta l’instabilità e priva i cittadini della dignità umana”.

Il ruolo di Hamas

Una cifra scuote la coscienza: oltre 800 palestinesi sarebbero stati uccisi mentre cercavano acqua o cibo. “Condanniamo l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, durante il tentativo di soddisfare i bisogni più essenziali”, affermano i governi firmatari, parlando di una gestione “inaccettabile” da parte israeliana. La dichiarazione non risparmia neppure Hamas, responsabile della cattura e detenzione di ostaggi israeliani dal 7 ottobre 2023. I Paesi occidentali chiedono la liberazione immediata e incondizionata di tutti i prigionieri civili, sottolineando come “solo un cessate il fuoco negoziato” possa creare le condizioni per il loro ritorno e per alleviare l’agonia delle famiglie.
Un altro punto cruciale è il rifiuto netto di qualsiasi piano di trasferimento forzato della popolazione palestinese. Le proposte israeliane di creare una “città umanitaria” vengono definite “totalmente inaccettabili”, in quanto violano apertamente il diritto internazionale umanitario.

Responsabilità condivisa

Il documento critica inoltre l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania, in particolare il progetto E1, che, se realizzato, “dividerebbe in due lo Stato palestinese” rendendo impossibile la soluzione a due Stati. “La violenza dei coloni è aumentata vertiginosamente – denunciano i firmatari – e questo deve cessare”. I ministri degli Esteri e il commissario europeo si dicono pronti a sostenere con nuove azioni i negoziati promossi da Stati Uniti, Egitto e Qatar, riconosciuti come attori fondamentali nel processo diplomatico. Ma avvertono: “Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla”.
“Invitiamo la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo conflitto, che ha superato ogni limite di tollerabilità. È tempo di una soluzione politica che garantisca sicurezza, dignità e futuro sia per i palestinesi sia per gli israeliani”.

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