La data del 19 luglio richiama una strage, la stessa del 23 maggio, come pure l’ uccisione di padre puglisi il 15 settembre e poi altre non segnate in rosso nei calendari ma che sono macchiate del rosso sangue di chi ha visto cadere a terra uomini e donne che hanno vissuto con schiena diritta e volto libero. Commemorare si, si deve ed è giusto farlo. L’ auspico è che sia solo una tappa per ripartire più forti di prima non vendendosi a niente e nessuno ma respirando a pieni polmoni il fresco profumo di libertà allontanando coraggiosamente e coerentemente il puzzo del compromesso che sa di mafiosità e sub cultura di morte. Tanti a parole e slogan ripudiano la criminalità organizzata ma spesso capita che gli atteggiamenti e il comportamento vissuto nel buio dell’ agire è differente da quanto proclamato. Diceva Rita Atria, colei che incontro Paolo Borsellino e fisandosi racconto ‘ tutto ciò che sapeva…” vuoi distruggere la mafia? Distruggi il mafioso che c’è dentro di te che si chiama orgoglio cattiveria egoismo prepotenza e arroganza “.
Non si vuole accusare nessuno né tanto meno puntare il dito contro qualcuno ma di certo l’ Uomo pulito, retto, umano, semplice e di fede lo si percepisce a miglia di distanza. Non ci fa paura la criminalità, assolutamente, bensì temiamo i falsi moralisti, i ” buoni ” di turno, quelli che non hanno a cuore la bellezza della vita e i sogni dei nostri bambini, adolescenti e giovani. Estirpare semi di odio e vendetta, di arrivismo e cattiveria gratuita dalle menti ” malate ” è un dovere che non può risparmiare nessuno. E se questo avviene allora commemoriamo pure: ne è valsa la pena. Nicolò Mannino Presidente del Parlamento della Legalità Internazionale e Interlocutore Referente della Pontificia Accademia di Teologia