l mercato immobiliare italiano continua a mutare rapidamente, e i dati diffusi dall’Osservatorio semestrale del mercato residenziale di Immobiliare.it Insights offrono uno spaccato preciso delle nuove dinamiche. Nei primi sei mesi dell’anno, i canoni di affitto sono aumentati del 5,5%, ben oltre il rialzo registrato dai prezzi delle case in vendita, che si sono fermati a un più contenuto +2,1%. In termini assoluti, affittare casa oggi in Italia costa in media 14,3 euro al metro quadro, mentre acquistare un immobile comporta una spesa di 2.110 euro al metro quadro. L’impennata dei costi per la locazione, già avviata nel 2024, sembra aver raggiunto un punto critico, spingendo una parte crescente della popolazione a rivalutare l’opzione dell’acquisto.
L’aumento sostenuto degli affitti ha avuto un impatto diretto sull’interesse verso il mercato delle locazioni. La domanda di affitto è scesa del 9% su scala nazionale, con un calo ancora più marcato nei grandi centri urbani (-21%). Le città più piccole, al contrario, mantengono una certa stabilità.
Domanda in forte crescita
Parallelamente, l’offerta di immobili in affitto è aumentata del 15,6%, con un picco del +23,4% nei grandi centri e un più moderato +9,4% nelle realtà minori. In sintesi, mentre gli affitti salgono, sempre meno persone cercano soluzioni in locazione, e sempre più proprietari si ritrovano con case sfitte. Al contrario, il mercato delle vendite immobiliari mostra segni di vitalità. Se da un lato l’offerta di case in vendita è aumentata del 4,4%, la domanda ha fatto registrare un vero e proprio balzo: +14% rispetto al secondo semestre del 2024. La crescita è omogenea tra grandi e piccoli centri (+12,9% e +13,9%).
Un fattore chiave, secondo gli esperti, è stato il calo dei tassi di interesse, che ha reso il mutuo più accessibile anche per chi fino a poco tempo fa esitava. «L’acquisto di una casa è tornato a essere una possibilità concreta, anche nelle grandi città», afferma Luke Brucato, Chief Strategy Officer di Immobiliare.it Insights.
Focus geografico
A livello di macroaree, le regioni del Centro guidano l’aumento dei canoni d’affitto (+9,4%), seguite da Sud (+7,1%) e Isole (+4,7%). Le aree con la maggiore contrazione della domanda coincidono con quelle dove i prezzi sono più alti: il Centro perde il 15,4%, il Nord-Ovest e Nord-Est circa il 9% ciascuno. Nonostante il calo generale, Sud e Isole segnano ancora una domanda in leggera crescita. Per quanto riguarda le vendite, il Centro è l’area più cara con 2.364 euro/mq, mentre il Nord-Ovest segue a ruota con 2.308 euro/mq. Al contrario, il Sud e le Isole restano più accessibili, con aumenti modesti (+0,7% e +0,6%).
Milano si conferma la città con i prezzi più alti sia per l’acquisto (5.532 euro/mq) sia per l’affitto (22,5 euro/mq), anche se l’incremento degli affitti nel capoluogo lombardo è stato minimo (+0,4%). Alle sue spalle, per le vendite, troviamo Bolzano (4.871 euro/mq) e Firenze (4.577 euro/mq), quest’ultima in forte crescita con un +5%. Per gli affitti, Firenze è seconda con 21,4 euro/mq, seguita da Roma (18,1 euro/mq) e Bologna (17 euro/mq).
Tra le regioni, la Valle d’Aosta è la più costosa per affittare (19,9 euro/mq), mentre la Basilicata è la più economica (7,5 euro/mq). Sul fronte vendite, domina il Trentino-Alto Adige (3.529 euro/mq), mentre la Calabria si conferma la più accessibile con 949 euro/mq.