giovedì, 10 Luglio, 2025
Economia

Rapporto Ocse: in Italia più occupati ma salari fermi. Stipendi inferiori del 7,5% rispetto all’inizio del 2021

Brunetta (Cnel): più risorse per la formazione. Cormann: con meno lavoratori salirà la pressione fiscale

Nonostante un aumento relativamente consistente nell’ultimo anno, all’inizio del 2025 i salari reali erano ancora inferiori del 7,5% rispetto all’inizio del 2021”. Per l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, (Ocse), l’Italia resta troppo indietro nel rapporto tra salari reali e le altre economie monitorate dalla Organizzazione, una valutazione inserita nel R apporto sulle Prospettive Occupazionali 2025 presentato a Parigi dove ha sede l’organizzazione. “L’Italia ha registrato il calo più significativo dei salari reali tra tutte le principali economie dell’Ocse”. La situazione italiana appare ancora più negativa dal momento che secondo l’organizzazione internazionale i “salari reali stanno crescendo praticamente in tutti i paesi dell’OCSE, ma in metà di essi sono ancora inferiori ai livelli dell’inizio del 2021, prima dell’impennata dell’inflazione che ha seguito la pandemia da Covid-19”.

Più lavoro tra i 55 e i 59 anni

La buona notizia invece arriva dai I tassi di occupazione che nel nostro Paese sono aumentati di 31,8 punti percentuali per le persone di età compresa tra i 55 ei 59 anni, rispetto a un aumento di 13,7 punti percentuali in tutta la zona Ocse, e di 25,7 punti percentuali per le persone di età compresa tra i 60 e i 64 anni , rispetto a un aumento di 20,1 punti percentuali in tutta l’area, essenzialmente grazie all’aumento dell’età pensionabile prevista dalla legge.

I commenti al rapporto

I dati dell’Ocse sull’occupazione e sui salari italiani, ha suscitato diverse prese posizioni. “Il non pieno recupero del salario reale in Italia è di fatto il contraltare dei livelli record di occupazione che il Paese ha registrato”, osserva il presidente del Cnel, Renato Brunetta, “evidenze recenti suggeriscono, infatti, che le imprese italiane negli ultimi due anni abbiano preferito assumere lavoratori, piuttosto che investire in capitale, in particolare tecnologico. Questo perché il capitale porta con sé un costo d’uso legato alla disponibilità di competenze sul mercato del lavoro che è molto difficile trovare. Il risultato è stato un rallentamento della produttività e dunque un faticoso recupero dei livelli salariali dopo lo shock energetico. La soluzione strutturale per uscire da questo equilibrio è destinare più risorse alla formazione, a tutti i livelli”, conclude Brunetta, “dalla riforma degli ITS, al potenziamento delle politiche attive di formazione dei disoccupati, alla formazione continua sul posto di lavoro. Solo così l’Italia potrà recuperare crescita, produttività e salari in maniera sostenibile, preservando i livelli occupazionali”.

L’occupazione che aumenta

Il lavoro nella zona Ocse, equivalente a 668 milioni di posti di lavoro a maggio 2025 (in aumento del 26% rispetto al 2001), dovrebbe progredire dell’1,1% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026: il dato è riportato nel Oecd Employment Outlook 2025 .Il tasso di disoccupazione è stato del 4,9% a maggio 2025 e dovrebbe restare a bassi livelli nel 2026. Quello che riguarda le donne è superiore di 0,5 punti rispetto a quello degli uomini. “I mercati del lavoro dell’Ocse”, ha commentato in una nota Mathias Cormann, segretario generale dell’organizzazione, “rimangono resilienti: i tassi di occupazione sono ulteriormente aumentati nell’ultimo anno, raggiungendo il 72,1% nella media dei paesi Ocse, il livello più alto registrato almeno dal 2005”.

Meno manodopera più fisco

Tuttavia, avverte Cormann, “si prevede che l’invecchiamento della popolazione porterà a significative carenze di manodopera e pressioni fiscali. Stimiamo che entro il 2060 la popolazione in età lavorativa diminuirà dell’8% nell’area Ocse e che la spesa pubblica annua per pensioni e sanità aumenterà di 3 punti percentuali del Pil. I governi”, sollecita Mathias Cormann, “devono adottare misure ambiziose per offrire migliori prospettive di lavoro ai lavoratori più anziani, liberare il potenziale inutilizzato di donne e giovani nel mercato del lavoro e dare impulso agli incrementi di produttività, anche garantendo che i lavoratori abbiano le competenze necessarie per sfruttare i nuovi strumenti di intelligenza artificiale”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Misery Index, cresce il disagio sociale: a giugno sale a 10,8. Pesa il rincaro di alimentari e carburanti

Chiara Catone

Tg Economia – 9/7/2025

Redazione

Famiglie in bilico tra coraggio e timori: crescono gli acquisti, calano i risparmi

Chiara Catone

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.