domenica, 22 Giugno, 2025
Attualità

Diamo ai giovani quello che è loro: il futuro

Senza spazi di inclusione come le sezioni garantite una volta dai partiti ai ragazzi rimangono solo i social media. Bisogna invece che il confronto avvenga su punti e temi reali e concreti

L’appello di De Gasperi ai ragazzi alla loro partecipazione nelle istituzioni e nella vita del Paese rimane una pietra miliare per comprendere come una svolta di impegno sia oggi ancora possibile

Correva l’anno 1950 del cosiddetto secolo breve, quando il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi lanciò il suo appello ai giovani, alla loro partecipazione in politica ed impegno in una Europa da ricostruire sotto il segno di ideali di pace, cooperazione e coinvolgimento. Erano gli anni della ricostruzione e De Gasperi anche come leader della Democrazia Cristiana esortava le nuove generazioni alla partecipazione come atto di impegno e coraggio. Quella richiesta venne accolta e ne nacque una grande e positiva partecipazione giovanile alle sorti del Paese. Oggi quell’appello è di una singolare e pressante attualità.
All’Italia servono idee, progetti e realizzazioni che possano camminano sulle gambe dei giovani. Solo i giovani hanno una visione trentennale del futuro del Paese. Un arco di tempo che non si ha superati i 50 anni quando la vita ti richiama ad esperienze personali già consolidate. I giovani possono, invece, portare una ventata di freschezza e novità in un tessuto sociale e produttivo italiano dove l’età media è tra le più alte d’Europa, toccando i 48,7 anni.

La politica apra nuovi spazi

Questa riflessione sui giovani parte dalla idea che condividiamo con Alcide De Gasperi, che la politica non sia un’arena per pochi. Al contrario, la politica era, nel suo pensiero, l’arte di costruire relazioni tra persone e tra popoli, dentro una visione etica del potere come servizio. Oggi i giovani sono più consapevoli delle difficoltà, di un mondo dove le sfide sono numerose e tragiche ad iniziare dalle guerre, dalle crisi umanitarie, ma anche dalle notizie di cronaca nera affollate da delitti che hanno per protagonisti adolescenti.

Progettare il cambiamento

In molti giovani, si assiste, ora a un risveglio sul come affrontare le questioni sociali, economiche e ambientali. Una attenzione che rompe con la tendenza al disimpegno degli anni precedenti. C’è un ritorno di interesse verso la politica come strumento per affrontare le sfide, esprimendo così un desiderio di cambiamento.

Le leadership ascoltino le novità

Questo sentimento di partecipazione prevede una evoluzione del sistema politico, a livello locale e nazionale.
Il nodo rimane sul come creare spazi di partecipazione. Una volta i partiti garantivano questa inclusione, le sezioni e i livelli di responsabilità permettevano esperienze concrete e carriere brillanti. Oggi le leadership politiche sono strutturate in filiere, i luoghi di ascolto e partecipazione si sono ristretti o non esistono proprio, mentre i ragazzi sono assorbiti dai social media come luogo e punto di confronto. Manca per rendere fattuale la loro partecipazione attiva un tassello importante, quello dell’approccio alla realtà, sulle questioni materiali, come lavoro, salari, percorsi formativi e carriere. In altri versi senza un dialogo concreto tra politica e giovani si rischia un fallimento di un coinvolgimento attivo e di un cambiamento sociale vero. Era un rischio che De Gasperi nel 1950 vedeva e per questo il suo intervento assunse il senso di accorato appello al superamento delle “diffidenze”, e intraprendere la via della partecipazione.
“Siate invece orgogliosi”, sollecitava l’allora presidente del Consiglio, “di accettare questo tentativo di dilatazione nella vita politica, questa affermazione di fraternità; accettate questo principio perché tutti assieme crederete nell’umanità e crederete nella vita libera”.

Un “miracolo” da ripetere

Sono affermazioni che hanno poi fatto lievitare in Italia decenni di partecipazione e di dirompente sviluppo economico del Paese, di relazioni internazionali improntate alla libertà e cooperazione. I giovani d’allora hanno avuto una visione e un ruolo che hanno esercitato un impatto notevole per la crescita e la democrazia del Paese. Riusciremmo oggi a fare questo miracolo?
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