mercoledì, 18 Giugno, 2025
Attualità

Truffe bancarie in crescita, boom di frodi online: 16 milioni rimborsati ai clienti

La lotta contro le truffe informatiche e i furti di codici bancari si conferma una priorità cruciale per il sistema finanziario italiano. È quanto emerge dalla Relazione sull’attività dell’Arbitro bancario finanziario e dalla Relazione sugli esposti ricevuti dalla Banca d’Italia nel 2024, pubblicate oggi. Nel dettaglio, l’Abf ha gestito circa 14.000 ricorsi, con un incremento significativo delle controversie legate a conti correnti (+18%), molte delle quali hanno riguardato blocchi, chiusure e – soprattutto – operazioni fraudolente non autorizzate dai clienti. Le forme più comuni di frode includono phishing, spoofing, smishing e vishing: tecniche sempre più sofisticate usate per carpire indebitamente dati sensibili e accedere ai conti bancari. Nonostante una lieve riduzione complessiva delle truffe rispetto al 2023, il fenomeno continua a rappresentare un’area critica, con ricadute economiche importanti: sono stati riconosciuti risarcimenti per circa 16 milioni di euro, di cui quasi 10 già restituiti ai clienti truffati. Il dato più confortante riguarda la rapidità di risposta: in media, l’Abf ha concluso i procedimenti in 114 giorni, ben al di sotto dei 180 giorni previsti.
Parallelamente, anche la Relazione della Banca d’Italia conferma l’aggravarsi del fenomeno: nel 2024 sono stati oltre 11.800 gli esposti ricevuti da clienti di banche e finanziarie, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. Le truffe informatiche sono aumentate del 32%, e tra queste si segnalano almeno 30 tentativi di frode che hanno indebitamente sfruttato nome e logo della stessa Banca d’Italia per ingannare gli utenti.

Altra area critica

Un’altra area critica riguarda i servizi di pagamento, con segnalazioni in aumento del 45%. In molti casi, i clienti hanno denunciato il blocco improvviso delle carte o problemi legati all’home banking, spesso preludio a tentativi di furto di credenziali. Nonostante ciò, più della metà dei ricorrenti (54%) ha ottenuto almeno un’accoglienza parziale delle proprie richieste grazie anche all’intervento dell’Istituto.

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