Fine di un referendum fallimentare. Solo uno su tre si è recato alle urne. Ma il flop era già nell’aria.
Ma davvero l’astensionismo è una colpa? Chi non ha votato non soltanto voleva che l’affluenza non raggiungesse il quorum, ma ha ribadito in maniera inequivocabile la propria adesione politica. Non nascondiamoci dietro ai grandi e luminosi ideali delle libertà democratiche, conquistate col sangue: questo è stato il disastroso tentativo della sinistra di riguadagnare in qualche modo terreno, ma non ci è riuscita, perché la maggioranza degli italiani è allineata a destra, moderata oppure no.
Pd contro sé stesso
Pochi si sono soffermati sul fatto che i cittadini sono stati chiamati a votare dalla sinistra su una legge promossa dal PD, all’epoca guidato da Renzi. In pratica la sinistra che rinnega se stessa, sorvola sulla mancanza di coerenza e si riappella agli inossidabili argomenti dei licenziamenti ingiusti, dei contratti a tempo determinato senza una valida motivazione, il repertorio che funziona sempre. E invece no. Questo referendum capita al momento sbagliato, perché, se si da’ un’occhiata alla situazione lavorativa attuale in Italia, si evince che l’occupazione è in crescita rispetto al 2024 grazie all’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi. Le aziende che riescono ad assumere e formare un lavoratore qualificato non intendono certo scaricarlo vista la scarsità di personale competente, quindi, tutte le tutele sbandierate ossessivamente contro la scure perversa e improvvisa dei licenziamenti sono in realtà un controproducente freno allo sviluppo economico.
Sinistra senza popolo
Sulla cittadinanza invece si pareva tutta la nobilitate dei promotori del referendum. Ed è proprio per questo punto che forse verrà ricordato come il giorno della vergogna. La volontà popolare, tra no e astenuti, è stata cristallina. Non si può parlare di sconfitta, la sinistra ha fallito nei suoi principi identitari, dimostrando platealmente che è fuori dal tempo, che non è più in grado di sentire la pancia del popolo, che non sa più che popolo difendere. E già. Il quesito serviva allo scopo ben preciso di rimpinguare le fila degli elettori, perché quelli storici non si riconoscono più nei suoi programmi.
Soldi spesi e battaglia perdente
Dispiace soprattutto che uno sperpero così vano di soldi pubblici passerà abbastanza sotto silenzio, narrato nei toni elegiaci di una giustizia mutilata o nei toni accorati della resistenza eroica, contro una destra tiranna e razzista. Ci sarà la solita gogna per coloro responsabili del fallimento, i cittadini bagnanti e ciechi di fronte alla deriva democratica, e poi tutto si dissolverà in un silenzio da cane bastonato, pronto a mostrare i denti per la futura battaglia perdente.