
È stata la giornalista e conduttrice Anna La Rosa a guidare i lavori della conferenza nazionale dedicata a una delle sfide più ambiziose dell’Italia contemporanea: la transizione energetica partecipata. Protagonista dell’evento, tenutosi ieri a Roma nella Sala Europa Experience ‘David Sassoli’ a Piazza Venezia, è stato il Consorzio ‘Campania Energy Community’, una rete cooperativa nata ufficialmente nel dicembre 2023 con l’obiettivo di promuovere e strutturare le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel Mezzogiorno. Quello che è emerso dalla mattinata capitolina è chiaro: non si tratta solo di energia, ma di un modello di sviluppo che punta a unire ambiente, economia, partecipazione sociale e innovazione istituzionale. La moderazione competente e appassionata di Anna La Rosa ha permesso di dare voce alle tante sfaccettature del progetto, dai tecnicismi normativi alle ricadute culturali, sociali ed economiche.
Un modello nato dal basso per arrivare lontano

Il Consorzio ‘Campania Energy Community’ si fonda su una rete di 20 cooperative attive tra le province di Salerno, Avellino e Napoli, nate all’interno di un percorso progettuale che ha unito formazione, informazione e sperimentazione pratica. Alla guida del progetto, Salvatore Scafuri, Presidente di Confcooperative Campania, che ha rivendicato il ruolo del movimento cooperativo: “Il nostro obiettivo è mettere il cittadino al centro. Le CER sono vere comunità, strumenti di riscatto per le aree interne e occasione concreta per una dipendenza energetica positiva”. Non si tratta solo di pannelli solari o di risparmi in bolletta. Il progetto si inserisce in una visione più ampia di rinascita dei territori. Lo ha spiegato bene Paolo Prisco, economista e partner di La Rosa & Partners: “Le CER rappresentano un’opportunità concreta per imprenditori, enti locali, famiglie e condomini. L’investimento iniziale rientra in pochi anni, si accede a fondi europei, si riduce la CO₂, si ottimizzano i consumi e si accede a incentivi fiscali. Ma soprattutto, si crea comunità, cooperazione, sviluppo locale”.
Il concetto di “dipendenza energetica positiva” è stato evocato più volte come chiave per comprendere il valore strategico di queste iniziative. Le CER non solo consentono l’autoproduzione e il consumo locale di energia rinnovabile, ma generano benefici ambientali, economici e sociali, rendendo i comuni, anche quelli più piccoli, indipendenti e resilienti.
“Un progetto replicabile in tutta Italia”

La partecipazione istituzionale alla conferenza (di cui il ‘La Discussione è stata media partner) è stata ampia e trasversale. Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente, si è congratulato con Scafuri per la passione, l’impegno e i risultati già raggiunti sul territorio, illustrando le strategie nazionali per lo sviluppo delle CER, indispensabili per affrontare l’aumento della domanda energetica e superare le diffidenze. “Dobbiamo rendere le famiglie consapevoli che possono diventare produttrici di energia. È una rivoluzione culturale, non solo tecnica”, ha aggiunto. Anche Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Esteri, ha voluto sottolineare l’importanza strategica del progetto, rivendicando con orgoglio le sue radici meridionali: “Sono salernitano, e vedere il primo consorzio di CER nascere al Sud è motivo di orgoglio. È una risposta concreta allo spopolamento, all’emigrazione giovanile e alla dipendenza energetica. Serve un approccio pragmatico, anche aperto al nucleare di nuova generazione”.
Fondi europei e strumenti innovativi
Al centro del modello campano c’è una solida architettura finanziaria. Come ha spiegato Alessandro Porro, Presidente di ‘Destinazione Europa’, il Consorzio ha saputo superare le difficoltà burocratiche e normative proponendo un sistema “bancabile”, capace di attrarre capitali privati grazie al ricorso al fondo ELENA della Commissione Europea. Questo fondo consente agli enti locali di coprire le spese tecniche e amministrative di preparazione dei progetti energetici, rendendo possibile l’avvio anche nei piccoli comuni. “Abbiamo già avviato oltre 40 CER”, ha detto Porro, “e il nostro obiettivo è rendere questo modello replicabile ovunque. Serve fiducia finanziaria, capacità progettuale e aggregazione. Il fondo ELENA ci consente di agire in questa direzione. Le CER sono un investimento per i privati, ma soprattutto un catalizzatore di sviluppo territoriale”.
Campania laboratorio d’Italia

Anche la Regione Campania ha offerto un supporto concreto, come ha ricordato Fulvio Bonavitacola, Vicepresidente della Regione e Assessore all’Ambiente: “Abbiamo destinato oltre 40 milioni di euro, in parte a fondo perduto, per sostenere la nascita delle CER. La nostra sfida è rendere questi strumenti accessibili a tutti. Non possiamo più arrivare tardi: il sole c’era anche prima, ma abbiamo cominciato a pensarci solo quando il Po è secco”. Bonavitacola ha anche lanciato un monito sulla necessità di legare il progetto CER al rilancio delle aree interne e dei borghi: “Stiamo lavorando al progetto ‘Borghi della Salute e del Benessere’, in cui la sostenibilità energetica è centrale. I sindaci devono essere messi in condizione di agire”.
Durante la conferenza, la moderatrice Anna La Rosa ha sollevato una questione centrale: la necessità di alfabetizzazione energetica, anche a livello accademico. “Le università devono insegnare questa nuova economia. Oggi manca ancora la capacità di comunicare i benefici concreti delle CER. Bisogna parlare alle famiglie, ai sindaci, ai piccoli imprenditori. Serve un racconto semplice e veritiero”. Le ha fatto eco Alberico Gambino, europarlamentare, che ha ricordato come l’Europa metta a disposizione strumenti importanti, ma serva “un approccio non ideologico, ma pragmatico e sostenibile, capace di coniugare sviluppo e tutela ambientale. Questo progetto parte dal Sud ma parla europeo”.
CER: una sfida culturale
Molti interventi hanno sottolineato la natura profondamente democratica delle CER. Come ha ricordato Bonavitacola, esse ricordano le cooperative del primo Novecento: “Una fondazione, una parrocchia, un condominio: tutti possono partecipare. È una formula aperta, e per questo destinata a vincere se convincerà”. Una comunità energetica non è solo un impianto fotovoltaico: è una nuova forma di convivenza civile, un modo per ricucire relazioni sociali, creare lavoro, migliorare l’ambiente e riattivare il senso di appartenenza.

Con 30 CER già operative, il Consorzio ‘Campania Energy Community’ non è più un’idea, ma una realtà strutturata che guarda al futuro con ambizione. Il messaggio finale lanciato da Anna La Rosa è chiaro: “Le CER non sono solo una soluzione tecnica. Sono una proposta politica, sociale e culturale. Una sfida da vincere con coraggio, come fece Tony Blair quando andava controcorrente per il bene del suo popolo. Anche oggi, per salvare l’ambiente, le comunità e l’economia, servono coraggio, visione e responsabilità”.
Alla conferenza ha preso parte anche Andrea Annunziata, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale.
Cos’è una comunità energetica
Una Comunità energetica è un’associazione che produce e condivide energia rinnovabile, che genera e gestisce in autonomia energia verde a costi vantaggiosi, riducendo nettamente le emissioni di CO₂e lo spreco energetico. Nell’ambito delle Comunità energetiche, i membri partecipano allo sviluppo di un progetto per la produzione di energia rinnovabile, collaborano con l’obiettivo di produrre, gestire e consumare l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali e soprattutto condividono i benefici economici, sociali e ambientali che ne derivano, fruendo di energia rinnovabile a prezzi accessibili, in un’ottica di collaborazione e di autoconsumo.






