
Una giornata, quella di oggi, tra le più importanti nel calendario italiano. Già, perché il 5 giugno l’Italia celebra la Festa dell’Arma dei Carabinieri, una delle istituzioni più amate, rispettate e riconosciute del Paese, comandata dallo scorso 15 novembre dal Gen. C.A. Salvatore Luongo. Una giornata dal forte valore simbolico, che unisce memoria, identità e attualità, e che trova le sue radici in un episodio di grande rilievo storico: la concessione della prima medaglia d’oro al valor militare alla Bandiera dell’Arma, avvenuta proprio il 5 giugno del 1920, per l’eroico contributo fornito durante la Prima Guerra Mondiale. Ma la storia dell’Arma affonda le sue origini in tempi ancora più lontani. Fu il 13 luglio 1814, nel Regno di Sardegna, che per volontà del Re Vittorio Emanuele I nacque, tramite Regie Patenti, il corpo dei Carabinieri Reali. Ispirati al modello francese delle Maréchaussée (un modello di polizia che, al termine di conflitti militari si poneva lo scopo di tenere sotto controllo l’ordine e la sicurezza pubblica a favore della popolazione civile) i Carabinieri venivano costituiti come un corpo a doppia vocazione: militare e di polizia, al tempo stesso custodi dell’ordine pubblico e tutori della legalità.
Fedeli alla missione istituzionale e ai cittadini
Da allora l’Arma ha accompagnato tutte le trasformazioni politiche, sociali e istituzionali dell’Italia, restando sempre fedele alla propria missione e, soprattutto, ai cittadini. Dopo il 1920 i Carabinieri si distinsero per la loro fedeltà alla monarchia e per indipendenza e imparzialità, conservando l’appellativo di ‘Reali’, un segnale inequivocabile della fiducia istituzionale e del legame con la Corona.
Ordinamento capillare
La solidità dell’Arma si fonda su un ordinamento capillare, radicato profondamente nel tessuto sociale del Paese. In un’Italia fatta di 8.000 comuni, in cui la popolazione è distribuita in maniera diffusa, le circa 4.500 stazioni dei Carabinieri costituiscono un presidio fondamentale di sicurezza e legalità. La capillarità territoriale è uno degli elementi chiave che ha permesso ai Carabinieri di sviluppare nel tempo un rapporto di prossimità unico con la popolazione, riuscendo a interpretare le esigenze dei più diversi contesti locali, dai centri urbani alle aree interne, dalle regioni alpine alle isole. Questa vocazione alla presenza attiva sul territorio convive con un’organizzazione centrale moderna ed efficiente, basata su un sistema di comando e controllo avanzato, aggiornato costantemente attraverso tecnologie digitali all’avanguardia. Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri garantisce oggi la circolarità informativa e la tempestività decisionale attraverso una rete informatica sofisticata, a servizio dell’efficacia operativa.
Uno dei momenti più drammatici e rivelatori della missione dell’Arma si verificò con l’8 settembre 1943, quando l’Italia fu travolta dall’armistizio e dalla conseguente divisione tra il Nord occupato dai nazifascisti e il Sud liberato dagli Alleati. In quel contesto confuso e tragico, i Carabinieri, continuando semplicemente a fare il loro dovere, rimasero fedeli ai propri compiti istituzionali, fungendo da elemento mediatore con gli occupanti e punto di riferimento per la popolazione civile, in quel contesto disorientata. Molti di loro, come l’eroe Salvo D’Acquisto, divennero simboli di sacrificio e umanità, interpretando questo spirito di servizio tra gli occupanti nazisti e la protezione della popolazione.
Pilastro della stabilità democratica
Con l’arrivo della Repubblica, dopo il referendum del 1946, l’Arma seppe interpretare il mutamento istituzionale con intelligenza e lealtà, rimanendo uno dei pilastri istituzionali della neonata Repubblica, continuando la sua missione senza soluzione di continuità. Nei decenni successivi, durante la Prima Repubblica, i Carabinieri divennero un baluardo della stabilità democratica: basti pensare alla fiducia che Alcide De Gasperi ripose nell’Arma, affidandole il servizio di protezione personale e riconoscendone il ruolo super partes nel garantire la sicurezza dello Stato. Negli anni più difficili della nostra storia recente, quelli segnati dalla violenza mafiosa e dal terrorismo, l’Arma fu in prima linea. Negli anni Settanta e Ottanta, uomini come il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (caduto a Palermo nel 1982) incarnarono l’esempio della lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo politico, pagando spesso con la vita la loro fedeltà alle istituzioni.
Oggi, a distanza di oltre due secoli dalla sua fondazione, l’Arma dei Carabinieri rappresenta una ‘magnifica anomalia’, come la definì l’ambasciatore Sergio Romano in occasione di una recente celebrazione della Festa dell’Arma: una forza armata che è anche forza di polizia, coniugando in sé le qualità della disciplina militare con lo spirito del servizio civile.