Come da noi auspicato su violenza e ragazzi si apre una collaborazione istituzionale. Dalla Premier lezione di impegno e di umiltà per affrontare una emergenza nazionale
La scorsa domenica abbiamo titolato l’editoriale: “I ragazzi tra solitudini e violenze”. Una realtà dura sulla quale abbiamo avviato una riflessione sui giovani, le loro ambizioni, stili di vita e delusioni. Abbiamo ragionato anche su una sollecitazione rivolta alla politica a fare di più e con una unità di intenti, lasciando da parte le divisioni ideologiche e di partito.
I delitti e i giovani
La settimana appena trascorsa con casi di cronaca gravissimi, ha riproposto in modo drammatico una emergenza senza fine e la necessità di una apertura di un dialogo istituzionale. In pochi giorni abbiamo visto una realtà sconvolgente: la tragedia di Afragola, dove la quattordicenne Martina Carbonaro è stata uccisa dall’ex fidanzato di 18 anni; mentre a Milano è morto dopo due settimane il ragazzino di 13 anni accoltellato per strada assieme al suo cane. Abbiamo sottolineato come in dodici mesi gli omicidi commessi da minorenni sono più che raddoppiati. La conta della Criminalpol, segnalata dalla Società italiana di psichiatria e psicopatologia forense rivela la crudezza dei dati. Nel 2023 i minori coinvolti in omicidi rappresentavano il 4% del totale nazionale. Nel 2024 la percentuale è balzata all’11,8%. In numeri assoluti, significa che si è passati da 14 a circa 35 casi in un solo anno. L’allarme degli psichiatri racconta anche di più, dal momento che ritengono che il fenomeno sia solo la punta visibile di un iceberg.
Leader che si parlano
In questo scenario sono accadute cose e iniziative importati nelle istituzioni e ne va dato merito ai protagonisti, il premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd, Elly Schlein, che su femminicidio e violenza giovanile hanno aperto un dialogo costruttivo. La premier Giorgia Meloni è chiara e determinata nel voler affrontare i problemi che non sono di facile soluzione e che impongono interventi in più direzioni: famiglia, scuola, assistenza sociale, sanità, la messa in campo di professionalità e risorse.
“Non c’è bisogno di appelli. Io ci sono”, sottolinea il presidente del Consiglio che annuncia un passo istituzionale: “Sto scrivendo una lettera alla commissione bicamerale per l’Infanzia per chiedere di nuovo a tutte le forze politiche: lavoriamoci insieme, ragioniamoci insieme, mettiamoci seduti”. Giorgia Meloni ammette che le notizie con protagonisti i giovani adolescenti come nel caso di Afragola: “mi ha lasciato senza fiato”. Sul tema della violenza inoltre osserva: “abbiamo lavorato tanto. Ma delle volte ti senti veramente disarmato, non so come dire, perché le leggi le abbiamo fatte”, ma “la questione è più ampia, e forse non la stiamo neanche capendo completamente”. Sulla iniziativa tra lei e la leader del Partito Democratico, la premier conferma l’impegno reciproco. “Ho sentito la segretaria del Pd, Elly Schlein, che diceva di mettere da parte le divisioni politiche. Ma questo è uno dei pochi temi su cui non le abbiamo avute”.
Capire per intervenire
La sinergia istituzionale è importante perché a livelli alti è possibile entrare in un tema che pare sfuggire alla comprensione delle cose e della vita quotidiana, quello di un mondo giovanile che in apparenza ha tutto e, nel contempo, da questo tutto emerge una rabbia e una insoddisfazione violenta. Bisogna ragionare su cosa c’è di sbagliato, e bisogna dare merito al premier Giorgia Meloni che realizza una osservazione calzante quando si interroga su una carenza di conoscenza.
“Rischiamo di non capire quello che sta accadendo alle giovani generazioni. Forse non siamo neanche bene in grado di capire quello che sta accadendo, i pericoli che loro vivono”. A noi è piaciuta questa ammissione di umiltà, sul fatto che bisogna in primo luogo capire. “È un dibattito che va aperto. Confesso che non ho le risposte, ma se non ci facciamo le domande non possiamo trovarle”.
Mitezza contro i veleni polemici
Bisogna infatti ripartire da iniziative da costruire, come tra l’altro indica in questo clima di collaborazione tra partiti, il Pd che propone di afforzare l’educazione affettiva nelle scuole, sostenere psicologicamente le ragazze e i ragazzi più fragili, promuovere una cultura del rispetto. Che la politica sia importante lo dimostra soprattutto quando si cercano strade comuni nel risolvere i problemi. L’avevamo auspicato e sollecitato, e ci fa piacere vedere quando si ragiona e si decida sui problemi. Contro le frammentazioni, le inutili polemiche e gli sterili dibattiti polemici, può vincere la ragione e la mitezza del dialogo. Già questo può essere un aiuto e una via nuova da indicare ai giovani che credono nella politica e nelle istituzioni.