Tutti noi abbiamo visto l’Oreshnik in azione. Lasciamo perdere chi esalta e chi invece minimizza la portata del nuovo missile balistico Russo. La realtà è che impatta in fase di rientro a Mach 11.5 ed è studiato principalmente per portare un carico nucleare composto da sei testate MIRV, ossia capaci di correggere la rotta in fase di rientro. Il missile è totalmente nuovo ed è un game changer non solo perché virtualmente intercettabile, ma anche perché conferisce alla Russia un vantaggio nella deterrenza. Questa nuovo sistema d’arma costringe l’America ad affrontare un dilemma. Le procedure per i sistemi di risposta al first strike, ridotti al midollo durante la guerra fredda dalla dottrina MAD (Mutual Assured Distruction) prevedono un tempo di reazione minimo di 30 minuti prima di poter lanciare un contrattacco.
Contratto, i limiti umani e l’AI
In caso si attacco con missili balistici ipersonici, l’unico sistema in grado di reagire in tempi sufficiente per lanciare un contrattacco è l’AI. Non è una mia opinione è il risultato a cui sono giunti i vertici militari occidentali. E tuttavia l’AI anche se intelligenza, è soggetta all’errore e sul lungo periodo a possibili evoluzioni dato che il processo di apprendimento ci è sconosciuto e ci sono stati episodi inquietanti, come il caso Sakura Est in Giappone, dove l’AI ha riscritto il codice sorgente per ottimizzare le prestazioni. Questo non significa che la dottrina MAD sia stata vanificata perché nella peggiore delle ipotesi ci sono SLBN (sottomarini lanciamissili balistici nucleari ) e aerei sempre in volo con il compito di garantire la reazione, anche nell’ipotesi di distruzione totale della Nazione di appartenenza. Il problema è che ci stiamo sempre più affidando a macchine senza pilota dotate di AI. Solo per farvi un esempio i caccia di sesta generazione. Sebbene ancora si sappia bene cosa significhi sesta generazione (manca una definizione) possiamo già dire che potranno volare anche senza pilota con il supporto dell’AI. Così anche i sommergibili, basti pensare al Long Enfurance UUV Giapponese, che è un grosso sommergibile senza pilota e che è una vera e propria piattaforma d’arma in grado di imbarcare anche missili mare terra (potenzialmente anche nucleari).
La nuova era delle armi, AI e Quanti
Ancora il conflitto ucraino ha messo in luce che il futuro non è dei grandi droni, ma di quelli piccoli.
Possibilmente sciami di droni, che per forza di cose dovranno ricorrere all’A.I.
La domanda è quindi perché si sviluppano sistemi così complessi e potenzialmente pericolosi. Non è solo una questione di stare al passo con i tempi o avere un qualche tipo di vantaggio tecnologico. Il problema è che non solo stiamo entrando nell’era della AI, ma anche in quella dei Quanti. La Cina, la Russia, gli Stati Uniti stanno sviluppando tutta una serie di sistemi che rendono indispensabile sistemi d’Arma complessi senza pilota. A parte la velocità di calcolo dei Quantum Computers che a loro volta potenzieranno l’AI, già la Cina e la Russia e ugualmente gli Stati Uniti, stanno sviluppando i QRadar che di fatto rendono nulla la tecnologia stealth ed è per questo che i caccia di sesta generazione probabilmente verranno utilizzati in stormi dove solo in alcuni vi sarà la presenza di un pilota, mentre i “companions” ne saranno privi. Idem per la guerra sotto i mari. Pare che i cinesi abbiano sviluppato un sistema di rilevazione dei sottomarini basato sulle interferenze quantiche.
Le comunicazioni quantiche
In questo quadro di macchine intelligenti, ovviamente, anche la comunicazione quantistica (ossia basata sulla teoria dell’Entaglement quantistico) risulta vitale. Sia gli Stati Uniti che Cina e Russia hanno già condotto esperimenti per questa forma di comunicazione e a quanto pare hanno sperimentato comunicazioni criptate quantistiche tra due computer quantistici a 3500 km di distanza (uno era basato in Russia, l’altro in Cina) attraverso un collegamento satellitare quantistico (tra l’altro non utilizzando l’ultimissimo satellite quantistico messo in orbita nel 2022). Perché le comunicazioni quantistiche sono così importanti? Per due ragioni, in primis viaggiano in tempo zero e caratteristica ancora più importante non sono decrittabili allo stato dell’arte e proprio in virtù della sopra citata teoria dell’entnglement. Senza entrare troppo nel merito, solo due qbit nati dalla stessa matrice condividono le informazioni tra loro e soltanto fra loro. Non c’è bisogno di possedere una particolare perspicacia per comprendere l’importanza di poter comunicare con queste nuove macchine intelligenti per la guerra in modo veloce e sicuro.
Ricerca, università e fondi cinesi
Insomma se pensavate che la guerra in Ucraina fosse uno squarcio delle future guerre, avete avuto ragione solo a metà. È la rappresentazione di un conflitto regionale che ci riporta dentro le trincee con l’avvento dei droni, ma non la future warfare. Un futuro che in termini di vita umana è già l’adesso.
Avrete notato l’assenza dell’Europa anche se la ricerca di base è spesso europea, ma le università sono costrette a finanziarsi attraverso investimenti cinesi che ovviamente portano i loro studenti, studenti che al rientro in patria sviluppano ciò che hanno imparato. Andrebbe anche bene se non fosse che a noi manca il sistema che garantisca i fondi per fare sviluppo. Un esempio la ricerca sui quanti, i cinesi la hanno imparata nelle università tedesche. L’unico consiglio che mi sento di dare, in questo mondo dove probabilmente in un futuro non lontano anche l’uomo sarà integrato progressivamente alla macchina, è quello di comprarvi e leggere più libri possibili. Vi daranno gli strumenti per capire il mondo e non subire i processi senza neanche accorgervene.