La Cgil ha deciso di rivolgersi direttamente a Bruxelles per cercare di fermare il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. In una lettera inviata alla Commissaria europea per l’Ambiente, Maria Roswall, il sindacato solleva una lunga serie di dubbi sull’intero iter autorizzativo dell’opera. Secondo la Cgil, la documentazione trasmessa dall’Italia all’Unione Europea non rispetterebbe le condizioni previste dal diritto comunitario e quindi non sarebbe sufficiente per ottenere il via libera ai lavori.
Il nodo della relazione IROPI
La richiesta italiana di procedere con il ponte si basa su una relazione tecnica chiamata IROPI, acronimo che indica le ragioni di interesse pubblico imperativo. Questo tipo di documento serve a giustificare, in casi eccezionali, la realizzazione di grandi opere anche in aree protette, come quelle riconosciute a livello europeo per il loro valore ambientale. Secondo la Cgil però questa relazione non è adeguata. “Non soddisfa le condizioni necessarie e sufficienti previste dal diritto comunitario” si legge nella lettera. Di conseguenza, per il sindacato, non può essere considerata una base valida per dare il via libera al progetto.
Rischi ambientali ancora non chiariti
Uno dei punti centrali della protesta riguarda l’impatto che il ponte potrebbe avere sull’ambiente. L’area dello Stretto di Messina è particolarmente delicata dal punto di vista naturalistico e ospita numerose specie animali e vegetali protette. Secondo la Cgil, le analisi svolte finora non chiariscono con sufficiente precisione quali potrebbero essere le conseguenze ecologiche dell’opera. Il rischio, secondo il sindacato, è che si proceda senza una valutazione ambientale completa, violando così norme europee che tutelano gli habitat naturali.
Una procedura ritenuta affrettata
La Cgil sottolinea anche il modo in cui si è svolto finora l’iter burocratico. Il sindacato parla di un processo troppo veloce e poco trasparente, con passaggi chiave approvati senza un adeguato confronto pubblico. Per questo chiede alla Commissione Europea di fermare tutto e di effettuare una verifica approfondita prima di concedere qualsiasi tipo di autorizzazione. La richiesta è chiara: bloccare l’opera finché non saranno rispettati tutti i passaggi previsti dalla legge europea.
Tensione tra governo e sindacato
Il progetto del Ponte sullo Stretto è tornato al centro dell’agenda politica con il sostegno dichiarato del governo italiano. Per l’esecutivo si tratta di un’infrastruttura strategica, capace di collegare in modo stabile la Sicilia alla Calabria e di favorire lo sviluppo economico del Sud. Ma non tutti sono d’accordo. La Cgil, insieme ad altre organizzazioni e associazioni ambientaliste, ritiene invece che i rischi superino i possibili benefici e che l’intervento vada rivalutato con maggiore cautela.
Il ruolo dell’Unione Europea
A questo punto la palla passa alla Commissione Europea, che dovrà esaminare i documenti inviati dal governo italiano e valutare se la richiesta di procedere con i lavori rispetti davvero le regole comunitarie. Il diritto europeo prevede che, in presenza di zone protette, ogni progetto debba dimostrare in modo rigoroso di non arrecare danni significativi. In caso contrario l’opera non può essere approvata, a meno che non sia dimostrato un interesse pubblico urgente e non ci siano soluzioni alternative.
Un progetto da decenni al centro del dibattito
Il ponte sullo Stretto è da oltre cinquant’anni uno dei simboli delle grandi opere incompiute italiane. Proposto e abbandonato più volte, è tornato sotto i riflettori negli ultimi mesi grazie all’impulso del governo in carica. Ma come dimostra la lettera della Cgil, restano forti le resistenze e le perplessità. Soprattutto per quanto riguarda il rispetto delle norme ambientali e il reale beneficio economico per i territori coinvolti. Ora si attende la risposta da Bruxelles, che potrebbe determinare il futuro dell’intero progetto.
Un passaggio cruciale nelle prossime settimane
Nei prossimi giorni la Commissione dovrà decidere se aprire un’indagine formale oppure ritenere sufficiente la documentazione ricevuta. La posizione assunta dalla Cgil potrebbe rafforzare la richiesta di ulteriori approfondimenti. In ogni caso, il confronto sul ponte è destinato a proseguire, sia nei palazzi della politica italiana sia nelle istituzioni europee.