Trento torna al centro del dibattito politico nazionale, non solo per le tematiche economiche, ma anche per le tensioni interne alla maggioranza sul delicato tema del terzo mandato. La questione, rilanciata dalla recente approvazione in Provincia autonoma di Trento, ha scatenato reazioni divergenti tra Lega e Fratelli d’Italia, due dei principali azionisti del governo Meloni. “Non entro nelle scelte trentine, ho rispetto da convinto autonomista per le decisioni dei territori”, ha premesso Matteo Salvini, intervenendo al Festival dell’Economia di Trento. Ma il leader leghista non ha rinunciato a sottolineare la propria posizione: “Per me è una sottrazione di democrazia. Togliere ai cittadini la possibilità di scegliere è un errore. Il terzo mandato non lo vuole nessuno tranne noi”.
Salvini ha poi ribadito la necessità di continuità amministrativa, soprattutto in Veneto, dove il governo regionale targato Lega ha ottenuto riconoscimenti internazionali. “Squadra che vince non si cambia. Proporrò che ci sia continuità”, ha dichiarato riferendosi alla figura del presidente Luca Zaia, tra i più citati nel dibattito.
Parere opposto
Sul fronte opposto, ma sempre dal palco trentino, è intervenuto il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che ha invece confermato la posizione di Fratelli d’Italia: “Due mandati fatti ai massimi livelli sono sufficienti. Si può discutere del limite, ma non accusare chi lo sostiene di essere contro la democrazia”. Ciriani ha parlato anche per esperienza personale, ricordando il proprio passaggio dal consiglio regionale al Parlamento nazionale: “All’epoca sembrava una scelta violenta nei miei confronti, oggi la considero la migliore della mia vita”. Il confronto ha assunto toni sempre più marcati dopo le dichiarazioni del Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, sostenitore convinto del terzo mandato. Proprio quest’ultimo è stato oggetto di una critica velata da parte di Ciriani: “Non capisco la fretta e le ripicche di Fugatti”.
Nonostante le divergenze, Salvini ha tenuto a smentire qualsiasi frizione nel governo: “Non c’è alcun contrasto interno. Le posizioni sono note, ma il dibattito è legittimo e democratico”.