venerdì, 23 Maggio, 2025
Economia

L’Eurozona torna a frenare: attività economica in calo a maggio

Nel mese di maggio l’economia dell’Eurozona ha registrato un passo indietro. È quanto emerge dai dati preliminari dell’indagine PMI, un indicatore utilizzato per misurare l’andamento dell’attività economica. L’indice PMI composito, che include sia il settore dei servizi che quello manifatturiero, è sceso a 49,5 punti dai 50,4 di aprile. Quando questo indice si trova sotto quota 50 significa che l’economia è in contrazione, cioè che si sta riducendo rispetto al mese precedente. Si tratta del primo calo da gennaio.

Il terziario perde slancio

A trascinare verso il basso l’economia è soprattutto il settore dei servizi, quello che comprende attività come commercio, turismo, banche e trasporti. Questo comparto ha visto l’indice scendere a 48,9 punti, il livello più basso da inizio 2024. Secondo gli analisti, si tratta di un segnale preoccupante perché il terziario rappresenta la parte più consistente del PIL europeo. In calo anche la domanda da parte dei consumatori, che pesa sulla ripresa del settore.

L’industria tiene, ma non basta

Il settore manifatturiero, che riguarda la produzione industriale, ha mostrato un lieve miglioramento. Il suo indice è salito a 49,4 punti, il valore più alto da metà 2022. Tuttavia anche questo dato resta sotto la soglia della crescita. In sostanza, l’industria frena meno del previsto ma non riesce a bilanciare la debolezza dei servizi. Le aziende del comparto segnalano una stabilizzazione degli ordini, ma con livelli ancora inferiori rispetto allo scorso anno.

Germania e Francia in difficoltà

Le due principali economie dell’Eurozona, Germania e Francia, restano in territorio negativo. In Germania la produzione ha subito un nuovo rallentamento dopo un avvio d’anno positivo, mentre in Francia si registra il nono mese consecutivo di calo dell’attività economica. Questo scenario pesa sul resto dell’area euro e contribuisce al quadro complessivo di stagnazione.

Fiducia ai minimi, occupazione stabile

La fiducia delle imprese ha toccato il livello più basso degli ultimi 19 mesi. Molte aziende segnalano incertezza sul futuro, anche a causa delle tensioni geopolitiche e dei costi ancora elevati per alcune materie prime. Sul fronte del lavoro, tuttavia, l’occupazione resta stabile. Dopo due mesi di leggera crescita, a maggio il numero dei nuovi posti di lavoro si è fermato ma senza subire cali significativi.

Prezzi in calo, ma non ovunque

I prezzi continuano a scendere nell’industria, mentre nel settore dei servizi si registra ancora un aumento, anche se più contenuto rispetto ai mesi scorsi. Questo andamento riflette dinamiche diverse: da un lato la normalizzazione dei costi energetici e delle materie prime per le fabbriche, dall’altro l’aumento del costo del lavoro e dei servizi, che tende a mantenere alta l’inflazione in alcune aree.

La Bce osserva, i mercati aspettano

Nel corso dell’ultimo anno la Banca centrale europea ha tagliato i tassi d’interesse sette volte nel tentativo di stimolare l’economia. I mercati si aspettano un’ulteriore riduzione a inizio giugno, con un tasso che potrebbe scendere fino al 2 per cento. Il calo dei prezzi del petrolio e la possibilità che la Germania avvii una politica fiscale più espansiva potrebbero offrire una spinta alla ripresa, ma il quadro resta incerto.

Un equilibrio ancora fragile

“L’economia dell’Eurozona sembra non riuscire a trovare il suo punto d’appoggio” ha spiegato Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank, commentando i dati di maggio. “Da gennaio l’attività privata ha mostrato solo minimi segnali di miglioramento e a maggio è tornata in contrazione”. Il messaggio degli analisti è chiaro: per ora, la ripresa è rinviata.

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