Quella di ieri si può tranquillamente annoverare tra le giornate storiche per l’umanità. Già, perché la data del 18 maggio 2025 rimarrà impressa nella memoria della Chiesa cattolica e del mondo intero: è cominciato, difatti, ufficialmente il ministero petrino di Papa Leone XIV. In una Piazza San Pietro gremita da oltre duecentomila persone provenienti da ogni angolo del globo, il nuovo Pontefice ha presieduto la Messa di insediamento, segnando l’inizio di una nuova fase per la comunità ecclesiale. Accanto a lui, oltre 200 delegazioni ufficiali, 9 sovrani regnanti e venti capi di Stato, tra cui il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che dopo la cerimonia ha incontrato privatamente Prevost per due ore. Il rito di inizio pontificato è iniziato all’interno della Basilica Vaticana, con la discesa del Papa e dei Patriarchi orientali al Sepolcro di San Pietro, dove si è raccolto in preghiera. Da quel momento è cominciato il cammino liturgico verso l’altare allestito all’aperto, davanti a una folla silenziosa, ma partecipe.

Accolto da un lungo applauso, Leone XIV ha attraversato la piazza a bordo della papamobile, tra le mani dei pellegrini cartelli, bandiere e rosari. Durante la Messa, le letture sono state proclamate in spagnolo e inglese, le due lingue più diffuse e care al Pontefice, originario degli Stati Uniti, ma con lunga esperienza pastorale in Perù. Il Vangelo, cantato in latino e greco, ha sottolineato la vocazione ecumenica del suo pontificato.
Il momento dell’anello

Particolarmente toccante l’imposizione del Pallio e la consegna dell’Anello del Pescatore, simboli dell’autorità e del servizio del Papa. Il Cardinale Dominique Mamberti ha posto il Pallio sulle spalle del nuovo Pontefice, seguito dalla preghiera del Cardinale Fridolin Ambongo Besungu, che ha invocato lo Spirito Santo sull’eletto. Luis Antonio Tagle ha infine consegnato l’Anello del Pescatore: Papa Leone XIV si è commosso visibilmente e ha rivolto lo sguardo verso il cielo. “Ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco, che dal Cielo ci accompagna” ha detto Leone XIV nel Regina Caeli, al termine della Messa. La sua omelia, tra di fede e responsabilità, ha reso omaggio al predecessore, scomparso il giorno dopo Pasqua: “Abbiamo ricevuto la sua ultima benedizione proprio nella luce della Risurrezione, e in quella luce affrontiamo questo nuovo tempo”.
Nel momento dei saluti alle delegazioni, un gesto di profonda umanità ha rotto il protocollo: l’abbraccio commosso al fratello maggiore Louis, simbolo di un papato che vuole mostrarsi vicino, fraterno, accessibile.
Un appello alla pace
Il nuovo Papa ha subito posto l’accento sulla sofferenza globale. Nel Regina Caeli, le sue parole hanno attraversato i confini delle nazioni: “Non possiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che soffrono per le guerre. A Gaza, i bambini sono ridotti alla fame; in Ucraina serve una pace giusta e duratura; in Myanmar nuove ostilità hanno spento vite innocenti”. Zelensky, presente alla celebrazione, ha espresso gratitudine: “Siamo riconoscenti per le parole del Santo Padre e per l’appello a una pace fondata sulla giustizia”.
Il discorso di Papa Leone XIV ha delineato i cardini del suo pontificato. Ha parlato di un’autorità fondata non sulla forza, ma sull’amore, richiamando Pietro come guida che serve e non domina. “Non si tratta di propaganda o potere. Si tratta sempre e solo di amare come Gesù”. Citazioni da Sant’Agostino, Leone XIII, il Vangelo di Giovanni hanno arricchito l’omelia. Forte l’appello a una Chiesa “fondata sull’amore di Dio, fermento di unità per un mondo ferito dalla discordia, dall’odio e dalla disuguaglianza”.
Un ponte tra popoli, culture, religioni
Il Papa ha più volte richiamato il valore del dialogo: “Siamo chiamati a costruire un mondo nuovo, dove le differenze non dividano, ma si armonizzino. Con i fratelli cristiani, con chi segue altre fedi, con ogni uomo e donna di buona volontà”. Parole che si collocano nel solco del magistero di Francesco, ma con un’impronta personale fatta di ascolto e inclusività.
“Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore!” ha proclamato il Pontefice. Con forza ha delineato l’identità del suo mandato: una Chiesa che””cammina insieme”, missionaria e non autoreferenziale, accogliente e non giudicante. Nel cuore dell’omelia, il tema della fraternità universale: “Tutti siamo pietre vive dell’edificio di Dio. Costruiamo insieme una comunità che sappia farsi prossimo”.
Un mosaico di popoli
Migliaia i fedeli arrivati prima dell’alba. Dalle sei del mattino, la piazza ha cominciato a riempirsi: gruppi organizzati di religiosi e religiose, famiglie con bambini, giovani. Un caleidoscopio umano sotto il cielo romano, accorso per accogliere il nuovo Vescovo di Roma. Tra le autorità presenti: il Presidente Mattarella con la figlia Laura, Giorgia Meloni in abito blu, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Vicepresidente americano J.D. Vance (che ha stretto la mano a Zelensky dopo le polemiche per l’incontro di qualche settimana fa alla Casa Bianca). Emblematica la presenza della delegazione peruviana con la Presidente Ercilia Boluarte, in omaggio al legame profondo tra Leone XIV e la diocesi di Chiclayo, dove operò come missionario.