Si accende il dibattito politico intorno al Remigration Summit, l’evento promosso da gruppi dell’estrema destra europea che dovrebbe tenersi domani in Lombardia, probabilmente a Gallarate. Un appuntamento che ha già acceso le polemiche e che, secondo molti, rischia di trasformarsi in un caso nazionale. A difendere la legittimità dell’iniziativa è Matteo Salvini, Vicepremier e Segretario della Lega, che ha risposto così alle critiche: “Sono d’accordo che ci sia qualsiasi iniziativa democratica e libera. Non capisco perché si dovrebbero vietare dei pensieri. Ci sono pensieri di estrema sinistra di cui io non condivido neanche un’unghia, vogliono rifondare il comunismo: secondo me è surreale che uno nel 2025 voglia rifondare il comunismo, però è giusto che venga a Milano e dica, voglio rifondare il comunismo, ed è giusto che nessuno gli rompa le scatole. Se qualcuno teme che l’immigrazione di massa sia un problema enorme e devastante – e io sono fra questi – deve poterlo esprimere”. Poi la stoccata polemica: “Non siamo mica in Unione Sovietica”.
Il Pd: “Non è libertà d’espressione”
Durissima, invece, la posizione del Partito democratico, che chiede l’annullamento del summit e l’intervento delle autorità. A farsi portavoce delle proteste sono il Senatore Alessandro Alfieri e il consigliere regionale Samuele Astuti, che non usano mezzi termini: “Qui non si tratta di libertà d’espressione. Non possiamo accettare che estremisti di destra, che si ispirano al pensiero nazista e inneggiano all’espulsione di massa degli immigrati per evitare quella che definiscono una ‘sostituzione etnica’, si radunino sul nostro territorio”.
Al centro delle preoccupazioni del Pd non ci sono solo i contenuti ideologici dell’evento, ma anche i profili degli ospiti attesi, tra cui figurava Rasmus Paludan, controverso politico danese di estrema destra, già noto per provocazioni anti-islamiche e recentemente espulso dopo essere atterrato a Malpensa, “Non possiamo ignorare il rischio concreto per l’ordine pubblico. Il governo tace, mentre la presenza di personaggi noti per le loro posizioni radicali richiederà un impegno straordinario delle forze dell’ordine, con costi ingenti a carico dei cittadini”.
Le richieste
Alfieri e Astuti si appellano direttamente al sindaco di Gallarate e a tutte le istituzioni locali, affinché si muovano per impedire lo svolgimento dell’iniziativa: “Chiediamo un’azione immediata per impedire un raduno che rappresenta un oltraggio al sentire democratico del nostro Paese”.
Parallelamente, i dem hanno annunciato una mobilitazione diffusa con tre momenti pubblici: presidio oggi alle 18 a Busto Arsizio, flash mob domani alle 11 a Gallarate, manifestazione sabato a Milano, alle 14.30, in piazza San Babila.