L’Intelligenza Artificiale è sempre meno una novità e sempre più una compagna di studi. A confermarlo sono i dati diffusi da NoPlagio.it, che in collaborazione con TGM Research ha fotografato il rapporto tra studenti delle scuole superiori italiane e strumenti di IA generativa come ChatGPT. Il quadro che emerge è chiaro: il 97% dei ragazzi tra i 16 e i 18 anni utilizza regolarmente l’IA, in netto aumento rispetto all’86% dell’anno precedente. Un balzo che testimonia come queste tecnologie siano ormai radicate nelle abitudini scolastiche. L’uso quotidiano dell’IA è più che raddoppiato, passando dall’8% al 19%, mentre l’impiego settimanale ha raggiunto il 51%. L’IA viene utilizzata soprattutto per la ricerca di informazioni (76%) e per supportare l’apprendimento (42%), ma anche – e in misura crescente – per compiti scolastici e progetti (75%), segnando un incremento del 10% rispetto al 2024.
Nonostante la capillare diffusione, cresce anche la consapevolezza critica degli studenti. L’82% è convinto che l’IA farà parte in modo stabile del proprio futuro, ma il 58% guarda con cautela all’affidabilità dei contenuti generati. Inoltre, un altro 58% si dice favorevole al monitoraggio dell’uso dell’IA per contrastare il plagio, segnale di una sensibilità crescente verso l’etica scolastica e l’integrità accademica. Il 60% degli studenti esprime una certa preoccupazione per un uso illimitato dell’IA – in lieve calo rispetto al passato – mentre aumenta il numero di coloro che non percepiscono i contenuti generati come un pericolo in termini di opinioni distorte o non inclusive.
ChatGPT tra i banchi di scuola
Tra gli strumenti più utilizzati spicca ChatGPT, usato dal 59% degli studenti per svolgere i compiti, dato stabile rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la fiducia nei contenuti generati rimane bassa: solo il 22% li considera affidabili, mentre il 58% suggerisce di non affidarsi ciecamente. Si riduce anche la richiesta di un intervento governativo sul tema, e diminuisce la paura che l’IA possa diventare uno strumento di controllo o dipendenza. Di fronte a questo scenario, la scuola è chiamata a rispondere con una nuova visione educativa. L’intelligenza artificiale può offrire straordinarie opportunità, ma richiede che gli studenti siano preparati a gestirla in modo consapevole e responsabile. Fondamentale, quindi, promuovere il pensiero critico e la cittadinanza digitale come competenze chiave del curriculum scolastico.
Accanto alle nozioni tecniche, serve un’educazione che insegni a valutare le fonti, comprendere i limiti degli algoritmi e distinguere tra contenuti originali e generati, evitando l’uso dell’IA come semplice scorciatoia per evitare l’impegno personale.