giovedì, 1 Maggio, 2025
Lavoro

Il Primo Maggio del lavoro e della dignità

La festa sia una occasione vera nel realizzare riforme, formazione e sostegni alla occupazione

Siamo chiamati agli appelli del presidente Mattarella e di Papa Francesco: il rispetto della persona, la sicurezza e salari giusti

Rendere viva la celebrazione del 1° maggio, la festa del lavoro, non solo come data simbolo ma come giorno utile per promuovere l’importanza e la dignità del lavoro, un salario giusto, la sicurezza. Sono in verità le richieste sollecitate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ricorda come: “Il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dall’irriducibile unicità e dignità di ogni donna e di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi scartato o escluso”. Il Capo dello Stato incalza sul tema della qualità del lavoro e della sicurezza. “Un lavoro”, sottolinea, “che non può consegnare alla morte, ma sia indice di sviluppo, motore di progresso, sia strumento per realizzarsi come persona”. Seguiamo anche noi le parole del presidente Mattarella nel ribadire che il Primo Maggio è un’occasione importante per riflettere sul lavoro e soprattutto come migliorarlo, come rendere efficaci le indicazioni del presidente della Repubblica. I temi centrali, come salario e sicurezza, sono ancora oggi cruciali.

Sale l’occupazione

I dati di marzo dicono che prosegue l’incremento di chi cerca e ottiene un impiego, con il tasso di occupazione che ora si attesta al 63,0%, ed è un risultato notevole, significa che il numero dei lavoratori è salito a 24,332 milioni. Nel contempo le Associazioni di categoria del commercio dicono che i consumi malgrado l’incremento di lavoratori e stipendi, sono rimasti indietro. C’è prudenza nello spendere ma noi aggiungiamo, a proposito di salari insufficienti, che per le famiglie le spese sono tante e nei risicati bilanci di un lavoratore basta un aumento dei consumi e dei costi, ad esempio, dell’energia o dei tassi del mutuo, che lo stipendio non basta più.

Fare cose utili e concrete

Possiamo prevedere un cambio di passo? Possiamo indicare qualcosa di concreto? Le proposte le abbiamo già sottolineate nel passato e le riproponiamo, ad esempio, si può e il Governo sta lavorando in questo senso, con la detassazione del lavoro dipendente, con il ridurre il cuneo fiscale per aumentare il netto in busta paga. Perché oltre tutto deve esserci il riconoscimento delle competenze, nel valorizzare il lavoro qualificato e retribuire in modo adeguato chi ha qualità ed esperienza. Quelle delle competenze è un problema sentitissimo oltre che dai sindacati anche da Confindustria che sollecita più formazione e più incontro tra domanda e offerta.

Lavoro stabile e di qualità

È inoltre sacrosanta, come sollecitano i sindacati, una contrattazione collettiva rafforzata, in primo luogo nel combattere i contratti “pirata” e sostenere i contratti nazionali più rappresentativi. Anche su questo fronte c’è la consapevolezza da parte del Governo di estendere le tutele che vanno garantite a tutti i lavoratori.

Salari giusti e dignitosi

Rimane centrale come obiettivo strategico sia per il lavoratore e, come sottolineato, anche per altri settori produttivi, l’aumento dei salari. È necessario stabilire una soglia minima nazionale per tutelare i lavoratori sottopagati. Così come la qualità del lavoro deve essere un punto fermo nel contrastare il precariato per
incentivare l’assunzione a tempo indeterminato e l’estensione di quello stabile che offre più garanzie soprattutto ai giovani nel crearsi una vita e un futuro.

Fare di più e meglio

Va attuata una parità salariale di genere. Bisogna introdurre meccanismi di trasparenza retributiva, l’integrazione dei lavoratori stranieri, è un accesso equo ai diritti e alla formazione. Molti passi avanti sono stati fatti per la tutela della genitorialità, come il potenziare i congedi e l’aver favorito il lavoro flessibile.

Basta sciagure

Sulla sicurezza del lavoro il richiamo del presidente Sergio Mattarella è severo: “non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione”, evidenzia, per questo serve l’impegno costante di tutti, delle istituzioni, delle imprese, dei lavoratori. Ogni incidente è un dramma terribile che si abbatte sul singolo, sulle famiglie, su una comunità. Una morte
segna la sconfitta di quanti credono il lavoro sia vita e dignità, non il suo contrario. Bisogna aumentare gli ispettori del lavoro, così come i controlli e le sanzioni per le aziende inadempienti. Serve mettere in campo una formazione obbligatoria, con il rendere più accessibile e frequente il confronto sui temi della sicurezza.

Snellire le procedure

Anche sul come si arriva al lavoro è un percorso che deve essere snellito e adeguato alle esigenze di chi lo cerca. È necessario incentivare le Politiche attive per l’impiego, investire nei centri per l’impiego, nell’orientamento e nella formazione continua.

Se stessi e gli altri

Tutto questo può essere attuato e molte cose sono già in cammino. Non bisogna fermarsi, in una società complessa come la nostra il lavoro, le competenze, la soddisfazione personale ed economica, sono l’architrave delle nostre comunità. Bisogna fare di più e meglio, possiamo farcela senza retorica ma avere come il lavoro insegna, più concretezza e attenzione su ciò che facciamo. L’auspicio per il Primo Maggio è questo sia il lavoro fonte di vita, di benessere, di sacrificio e di vivere uniti nel rispetto reciproco di chi ogni giorno compie umilmente il proprio dovere, come ci ha ricordato Papa Francesco, per se stesso e per gli altri.

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