Un fiume di oltre 200 mila giovani ha inondato ieri Roma per il Giubileo degli Adolescenti, trasformando piazza San Pietro e le vie della Capitale in un enorme abbraccio collettivo per Papa Francesco. La messa in suffragio, celebrata davanti alla folla commossa, ha dato voce al dolore e alla speranza di una Chiesa che, pur nella prova, si apre con fiducia al futuro. La città eterna, già dalla mattina, ha visto riversarsi decine di migliaia di fedeli presso la basilica di Santa Maria Maggiore, dove da sabato riposa il Pontefice. Un flusso ininterrotto di pellegrini, accolti dal rettore, il Cardinale Rolandas Makrickas, che ha guidato il primo momento di preghiera. Sulla tomba di Francesco, sobria, segnata solo dalla scritta ʼFranciscusʼ, ogni fedele ha deposto una rosa bianca, il fiore amato dal Papa argentino, simbolo della spiritualità di Santa Teresina di Lisieux.
L’abbraccio dei giovani
Nel cuore di Piazza San Pietro è risuonato forte il messaggio del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, che ha rivolto agli adolescenti parole di incoraggiamento e di memoria viva: “Il nostro affetto per lui non deve restare una semplice emozione del momento. La sua eredità dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi verso gli altri”. Un richiamo alla responsabilità personale, affinché l’insegnamento di Papa Francesco non si disperda.
“Solo chi è amato senza limiti e perdonato può rialzarsi”, ha aggiunto Parolin, invitando i giovani a non chiudersi nell’egoismo, ma a vivere relazioni di dialogo e accoglienza. Il Giubileo degli Adolescenti si è trasformato così in un momento di fortissima comunione: i giovani, provenienti non solo da tutte le diocesi italiane, ma anche da Europa, Americhe, Africa, Asia e Medio Oriente, hanno colorato la piazza con bandiere, canti e preghiere. Da Emirati Arabi a Panama, dal Kenya alla Corea, la Chiesa universale ha fatto sentire la sua voce.
“Il Pastore ci ha lasciato”, ha detto ancora Parolin nell’omelia, “ma il Signore viene incontro a noi nei momenti di oscurità”. Un riferimento forte al cuore del pontificato di Francesco: la “gioia del Vangelo”, quella forza che, come lui stesso scriveva nell’Evangelii Gaudium, libera dalla tristezza e dall’isolamento.
Santa Maria Maggiore
Dalle prime luci dell’alba, circa 30.000 pellegrini hanno varcato la soglia della basilica dell’Esquilino. Un afflusso continuo, ordinato, commosso. “Santa Maria Maggiore è diventata un luogo di culto ancora più vivo” le parole del Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, tracciando un bilancio dell’accoglienza durante un incontro con il Sindaco Roberto Gualtieri e Monsignor Rino Fisichella.
Il dispositivo di sicurezza, definito come un “gioco di squadra” dal Questore di Roma Roberto Massucci, ha funzionato perfettamente, permettendo a migliaia di persone di rendere omaggio al Pontefice nella massima serenità.
I cardinali in pellegrinaggio
Nel pomeriggio è stato il momento del pellegrinaggio dei cardinali: giunti a bordo di bus privati, i porporati hanno pregato raccolti sulla tomba di Francesco, per poi spostarsi nella cappella della Salus Populi Romani, simbolo mariano amatissimo da Bergoglio. Successivamente hanno partecipato ai Secondi Vespri, presieduti dal Cardinale Makrickas.
In attesa del Conclave
Intanto, lo sguardo della Chiesa si rivolge già al futuro. Oggi alle 9 si riunirà nuovamente la Congregazione generale dei Cardinali, per decidere la data di apertura del Conclave. Come previsto dalle norme vigenti, la celebrazione elettiva deve iniziare tra il 15° e il 20° giorno dalla sede vacante. Il Cardinale tedesco ReinhardMarx, uno dei tre elettori tedeschi, ha lasciato intendere che l’elezione potrebbe concludersi rapidamente, grazie al clima di dialogo che si respira tra i porporati.