martedì, 15 Aprile, 2025
Attualità

Strage di Sumy nella Domenica delle Palme: oltre 30 civili uccisi da missili russi

Nel giorno in cui in Ucraina si celebrava la Domenica delle Palme, la città di Sumy è stata colpita da un attacco missilistico che ha sconvolto la popolazione. Due ordigni lanciati da forze russe hanno centrato il centro cittadino, provocando almeno 34 vittime e oltre un centinaio di feriti, tra cui diversi bambini. Le esplosioni sono avvenute in mattinata, intorno alle 10:15, proprio mentre molti cittadini si stavano recando in chiesa. Le autorità locali hanno parlato di un attacco deliberato contro la popolazione civile.

Due missili in pochi minuti: colpiti civili e soccorritori

Secondo quanto riferito dalle autorità ucraine, i missili utilizzati sarebbero di tipo Iskander-M, ovvero missili balistici a corto raggio che colpiscono con estrema precisione e potenza. Si sospetta anche l’uso di munizioni a grappolo, ovvero bombe che si aprono in volo e rilasciano molti piccoli ordigni su un’area ampia. Il primo missile ha colpito un filobus e alcuni edifici pubblici, tra cui il centro conferenze dell’Università Statale di Sumy. Il secondo è arrivato pochi minuti dopo, quando già i soccorritori erano sul posto.

Zelensky accusa Mosca

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reagito con parole dure: “Solo un bastardo può fare questo. Hanno colpito civili che andavano in chiesa per la Domenica delle Palme”. Il capo dell’ufficio presidenziale, Andriy Yermak, ha parlato di un attacco pianificato per provocare il massimo numero di vittime, con l’intenzione di colpire proprio durante una giornata religiosa. Il governo ucraino ha proclamato tre giorni di lutto cittadino a Sumy.

Lutto e solidarietà

Il dolore per le vittime ha suscitato reazioni in tutto il mondo. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che l’attacco dimostra l’urgenza di imporre un cessate il fuoco. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha definito l’azione russa “barbara” e ha ribadito il pieno sostegno dell’Europa al popolo ucraino. Le immagini provenienti da Sumy – corpi senza vita, veicoli bruciati, edifici devastati – hanno fatto rapidamente il giro del mondo.

Parla Meloni

Anche dall’Italia è arrivata una netta condanna. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato: “Nel giorno sacro della Domenica delle Palme, a Sumy si è consumato un altro orribile e vile attacco russo, che ha causato ancora una volta vittime civili innocenti, tra cui purtroppo anche bambini. Condanno con fermezza queste violenze inaccettabili, che contraddicono ogni reale impegno di pace, promosso dal Presidente Trump e sostenuto convintamente dall’Italia, insieme all’Europa e agli altri partner internazionali”. La premier ha aggiunto: “Esprimo il mio più sincero cordoglio per le vittime, alle loro famiglie e a tutto il popolo ucraino. Continueremo a lavorare per fermare questa barbarie”.

Diplomazia in crisi

L’attacco è avvenuto a pochi giorni dai colloqui previsti tra Ucraina e Russia ad Ankara, in Turchia, dove le delegazioni dovrebbero discutere la sicurezza nel Mar Nero. Tuttavia, il bombardamento di Sumy getta forti dubbi sulla possibilità di un dialogo costruttivo. Il presidente americano Donald Trump ha affermato che “i colloqui stanno andando bene”, ma i fatti sul terreno sembrano raccontare una storia diversa.

Bambini tra le vittime

Tra i morti e feriti figurano anche numerosi minori. L’Unicef, l’agenzia dell’ONU per l’infanzia, ha espresso forte preoccupazione per il ripetersi di attacchi contro aree civili, ribadendo la necessità di proteggere i bambini dal conflitto. Il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas, ha commentato: “Non resta altro che rivolgersi al Signore”, ricordando la drammaticità dell’attacco in una giornata di fede.

Soccorsi in azione

Le operazioni di soccorso proseguono senza sosta. I soccorritori lavorano tra le macerie alla ricerca di superstiti. Il numero delle vittime potrebbe aumentare nelle prossime ore. Sumy, città del nord-est dell’Ucraina, è tornata ancora una volta al centro del conflitto. Una città sconvolta che, in un giorno di festa, si è risvegliata nell’orrore.

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