La Banca centrale europea osserva con attenzione crescente il conflitto commerciale tra Stati Uniti ed Europa e si dice pronta ad agire rapidamente per garantire la stabilità dei prezzi e dei mercati valutari. Ad annunciarlo è stata ieri la Presidente Christine Lagarde, intervenuta al termine dell’Eurogruppo tenutosi in quelVarsavia. “La Bce è sempre pronta a utilizzare gli strumenti a sua disposizione”, ha detto la Lagarde, “e, come fatto in passato, può mettere in campo mezzi adeguati e necessari per garantire stabilità finanziaria e dei prezzi”. Entrando nel dettaglio, la Presidente della Bce ha precisato che Francoforte sta monitorando attentamente l’impatto che i dazi annunciati dagli Stati Uniti potrebbero avere sul mercato dei cambi e sull’inflazione nell’Eurozona: “Non abbiamo obiettivi specifici sul tasso di cambio, ma chiaramente osserviamo con attenzione gli sviluppi e valutiamo continuamente gli effetti di queste variazioni sulle nostre previsioni di inflazione”.
Inoltre Lagarde ha rassicurato sul fatto che la Bce è pronta a fare la sua parte: “Stiamo seguendo con attenzione gli sviluppi. La stabilità economica e finanziaria dell’Europa sarà garantita, qualunque siano gli scenari che dovremo affrontare nelle prossime settimane”.
Trattative diplomatiche
Intanto mentre la Bce si prepara ad eventuali interventi per mitigare la volatilità finanziaria, Bruxelles intensifica le trattative diplomatiche con gli Stati Uniti per evitare una guerra commerciale vera e propria. Valdis Dombrovskis, Commissario europeo all’Economia, non ha escluso la possibilità di risposte europee mirate, specialmente verso il settore delle Big Tech americane: “Nessuna opzione è fuori dal tavolo. I dazi sono contrari alla logica politica ed economica del partenariato transatlantico. Abbiamo proposto tariffe ‘zero per zero’ sui prodotti industriali, ma se necessario, siamo pronti a reagire con contromisure precise per proteggere i nostri interessi”. Secondo le simulazioni della Commissione europea, riportate dallo stesso Dombrovskis, l’impatto dei dazi sarebbe considerevole soprattutto per gli Stati Uniti: entro il 2027, il Pil americano potrebbe ridursi tra lo 0,8% e l’1,4%, mentre l’Europa subirebbe perdite attorno allo 0,2%. Ancora più gravi sarebbero le conseguenze qualora queste misure diventassero permanenti: negli Usa la riduzione economica arriverebbe fino al 3,6%, mentre nell’Unione Europea si aggirerebbe intorno allo 0,6% del Prodotto interno lordo.
Inoltre secondo la Commissione europea, per ora, non ci sono le condizioni per attivare la clausola generale di sospensione del Patto di stabilità e crescita dell’Ue. Dombrovskis ha spiegato che l’economia dell’area euro non sta vivendo una grave recessione, requisito necessario per attivare tale clausola. Pur riconoscendo circostanze eccezionali legate alla geopolitica e alla difesa, la Commissione preferisce l’uso di clausole nazionali, poiché le previsioni economiche restano positive.
Incontri tecnici e politici
A conferma della serietà con cui Bruxelles sta affrontando la questione, il Commissario europeo al Commercio, MarosSefcovic, sarà già domenica a Washington per un ciclo di incontri tecnici e politici cruciali. L’obiettivo è trovare una mediazione ed evitare un’escalation che sarebbe dannosa per entrambi i blocchi commerciali: “Siamo determinati a trovare un terreno comune”, ha spiegato il Portavoce della Commissione Olof Gill”, ma è importante sottolineare che tutte le alternative restano aperte qualora non riuscissimo a trovare un accordo soddisfacente”.
In questo delicato scenario geopolitico, si inserisce anche la posizione della Cina, che ha reagito con forza ai nuovi dazi americani, annunciando tasse straordinarie fino al 125% sui beni statunitensi e avviando procedure presso l’Organizzazione mondiale del commercio. Il Presidente Xi Jinping ha inoltre invitato esplicitamente l’Europa ad unirsi a Pechino contro “queste prepotenze unilaterali”, definendo le misure americane inaccettabili e promettendo di ignorarle.