Nel mondo, ogni giorno quasi 13.100 bambini sotto i cinque anni muoiono per cause prevenibili, come polmonite, diarrea, malaria, malnutrizione o complicanze neonatali. In contesti colpiti da guerre, disastri ambientali o crisi economiche, la salute dei più piccoli è la prima a essere compromessa. Basti pensare al Sudan, dove il collasso del sistema sanitario sta mettendo a rischio la sopravvivenza di milioni di minori, o a Gaza, dove bambini feriti, malati o denutriti non riescono ad accedere a cure basilari. Sebbene in Italia, grazie al Servizio sanitario nazionale, il tasso di mortalità infantile sia tra i più bassi al mondo, le disuguaglianze sanitarie tra i bambini stanno crescendo. Oltre 1,3 milioni di minori vivono in povertà assoluta, una condizione che incide pesantemente sulla possibilità di curarsi. Nel 2023, secondo i dati Istat, il 7,6% della popolazione italiana ha rinunciato a curarsi, contro il 6,3% del 2019. Tra quelli che hanno rinunciato alle cure, il 4,2% lo ha fatto per motivi economici. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, in occasione della Giornata Mondiale della Salute, che si celebra oggi. Un momento importante per ricordare che la salute è un diritto umano fondamentale, sancito dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. Ma oggi, in Italia e nel mondo, questo diritto è lontano dall’essere garantito a tutti, soprattutto ai bambini. Particolarmente critica la situazione della salute mentale. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano che tra il 2019 e il 2022 i disturbi del comportamento alimentare tra gli adolescenti sono aumentati del 40%. La pandemia ha aggravato un disagio già diffuso: ansia, depressione, isolamento sociale sono in forte crescita, ma le risposte del sistema restano deboli. In Italia ci sono solo 3,3 psicologi ogni 100.000 abitanti nei servizi pubblici, e in molte scuole manca ancora un presidio psicologico stabile, per non parlare delle carenze nella rete sanitaria di cura per la salute mentale degli adolescenti.
Cambio di rotta
“Di fronte a questo scenario, serve un cambio di rotta. È necessario investire con urgenza nella sanità territoriale, rafforzare i servizi di pediatria e neuropsichiatria infantile, garantire anche in un’ottica di prevenzione un’assistenza psicologica gratuita e accessibile per tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti. Servono politiche sociali che affrontino alla radice le cause della povertà, perché salute e diseguaglianze sono profondamente interconnesse. Ogni bambino ha diritto a crescere sano, ovunque nasca. Non possiamo accettare che la sua salute dipenda dal reddito della famiglia o dal codice di avviamento postale. Se la salute è un diritto, allora deve esserlo per tutti e tutte, senza eccezioni. E oggi più che mai, questo deve essere il nostro impegno collettivo” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.