Con la fine della Guerra fredda, ormai più di 30 anni fa, tutti ci eravamo illusi che il mondo avrebbe trovato con facilità un nuovo equilibrio basato non più sul terrore reciproco delle due superpotenze, ma sulla globalizzazione e la cooperazione internazionale. Ad avvalorare questa suggestione era intervenuta, nel 2001, la novità rivoluzionaria: l’ingresso della Cina nel WTO e , di fatto, l’estensione anche al gigante della popolazione mondiale del modello di produzione dell’economia di mercato che aveva arricchito l’Occidente, era stato imitato in malo modo dalla Russia e aveva messo radici in Paesi rilevanti come il Brasile e l’India.
Ma, come scrive Manlio Graziano, docente di geopolitica a Sciences Po e alla Sorbona nel suo saggio ‘Disordine mondiale’, l’ordine mondiale non è mai esistito, non è mai stato ordine né è mai stato mondiale. Una considerazione amara ma basata su un’attenta ricognizione storica che Graziano illustra con realismo e che lo porta ad affermare: “L’ordine è sempre stato quello dei vincitori e funziona fino a quando i vincitori sono in grado di farlo rispettare”.
Ciò che è successo in Europa con le due guerre mondiali è la dimostrazione più recente di questa affermazione.
La trappola di Tucidide
Ma oggi ci si chiede se il disordine possa portare al rischio di una nuova guerra. Non che non ce ne siano state…Tra il 1945 e il 1991 c’erano già stati 160 interventi militari con 30 milioni di morti. Dal 1991 in poi le armi sono tornate protagoniste in Europa nell’ex Jugoslavia, in Cecenia-due volte- in Georgia, in Transnistria, nel Kossovo, nell’Ucraina.
Si torna ad agitare il fantasma della ‘trappola di Tucidide’: quando una potenza emergente tenta di spodestare la potenza egemonica, il confronto sfocia in conflitto militare.
Lo scenario è questo: da un lato l’America, che è da tempo in declino e che accelera il suo isolamento con la presidenza Trump, dall’altro la Cina che cresce e non fa mistero delle sue intenzioni di scalzare gli Usa dal ruolo di potenza egemone.
Il nuovo disordine mondiale difficilmente sfocerà ina guerra diretta tra Stati Uniti e Cina. Secondo Graziano, la Cina non può dar vita ad un ordine nuovo, non ha né legittimità interna né affidabilità internazionale e non può” sperare di convincere con le buone maniere i suoi rivali”. La Cina dovrebbe ricorrere alle armi ma ” mentre i due conflitti mondiali hanno arricchito e rafforzato gli Stati Uniti, la Cina sarebbe invece economicamente e, quasi di sicuro, politicamente annientata da una guerra anche se la vincesse”.
Sono considerazioni che riducono forse l’ansia ma non delineano un nuovo disordine mondiale gestibile e poco pericoloso. L’unica possibilità di stabilizzare il disordine consiste nella costruzione di un’Europa unica, dotata di autonomia energetica, di difesa ed esercito comuni, un’economia sempre più integrata e dinamica. Un sogno? No una necessità assoluta.