lunedì, 31 Marzo, 2025
Economia

Confcommercio: economia, segnali positivi ma i consumi non ripartono

Bella: l’Italia vulnerabile agli shock esterni, ma lo tenuta dell'occupazione e la ripresa del turismo possono favorire una crescita

L’inflazione scende, dal previsto 2% all’1,6%, il Pil è in crescita dello 0,4% nel primo trimestre 2025, con un obiettivo annuale di +0,8%. Segnali positivi per l’economia ma non per il commercio che non riesce a decollare con settori come alimentari e trasporti che indietreggiano. I dati dell’ultima Congiuntura Confcommercio mostrano un inflazione in calo, ma i costi dell’energia restano un problema, con poche soluzioni a breve termine.

L’Italia resta vulnerabile

Gli indicatori congiunturali italiani sono positivi, con una crescita anche modesta ma che almeno non è una riduzione, nonostante alcune variazioni legate al calendario. Tuttavia, nonostante l’aumento del reddito disponibile, i consumi non crescono come previsto, con un aumento nei settori del tempo libero e turismo, ma una contrazione in beni come alimentari e trasporti. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “l’Italia rimane vulnerabile agli shock esterni, ma la buona tenuta dell’occupazione e la ripresa del turismo potrebbero favorire una crescita dei consumi. Il dibattito sui dazi americani sta monopolizzando l’attenzione, ma la minaccia di un aumento delle barriere tariffarie sembra esagerata. Nel 2023, l’Europa ha avuto un saldo positivo di circa 157 miliardi di euro con gli USA nel commercio di beni, ma un saldo negativo di 108 miliardi nei servizi, portando a un saldo complessivo a favore dell’Europa di 52 miliardi di dollari, pari allo 0,18% del PIL USA. Si prevede che le negoziazioni non modifichino sostanzialmente questo quadro”.

Cosa accadrà, le ipotesi

Gli scenari futuri prevedono una crescita del Pil dello 0,4% nel primo trimestre 2025, con un obiettivo annuale di +0,8%, che potrebbe necessitare di un impulso esterno, come una riforma fiscale che riduca le aliquote per il settore produttivo, in risposta all’aumento della pressione fiscale, che ha raggiunto il 42,6% nel 2024.

Il quadro dei consumi

Anche nel mese di febbraio 2025 le dinamiche delle diverse funzioni di consumo che compongono l’ICC sono molto articolate, ulteriore sintomo delle difficoltà dei consumi d’instradarsi in un percorso di crescita. “Tra le diverse funzioni di spesa le dinamiche più positive, nel confronto annuo, si confermano quelle relative ai beni e ai servizi per la comunicazione (+5,3%). Permane in territorio positivo anche la domanda per gli alberghi e i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,3%), segmento che continua a beneficiare del positivo apporto della componente estera della domanda”. A febbraio, apprezzabili segnali di recupero hanno interessato i consumi di abbigliamento e calzature (+1,4%), migliorando i non brillanti risultati dei saldi di gennaio. Tra le macro funzioni di consumo si confermano in negativo i consumi relativi ai beni ed i servizi per la mobilità (-5,9%), i beni e i servizi ricreativi (-1,6%) e i beni e i servizi per la casa (-1,3%). Tornano in territorio negativo i beni e i servizi per la cura della persona (-0,8%) e gli alimentari bevande e tabacchi (-0,6%). I dati complessivi sottendono, come di consueto, andamenti articolati delle diverse funzioni di spesa incluse negli aggregati. A livello di singole voci di consumo permane la tendenza al miglioramento della domanda per i trasporti aerei (+7,1%) e per i servizi ricreativi (2,9%). Si acuisce, a febbraio, la crisi dell’automotive che segna, su base annua, un calo dell’11,2% della domanda di auto nuove da parte delle persone fisiche e dei mobili e articoli d’arredamento (-1,2%). Segnali di deterioramento si confermano anche per gli elettrodomestici (-2,2%) e per i carburanti (-1,6%).

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