giovedì, 20 Marzo, 2025
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Rifiuti: Il business che seppellirà l’umanità

Guardare le immagini delle discariche a cielo aperto in Turchia, Grecia, Tunisia o Ghana è come affacciarsi all’inferno. Montagne di rifiuti che ridisegnano l’orografia del pianeta, campi di guerra dove le armi sono fatte di immondizia tossica che avvelena coloro che sono costretti non solo a lavorarci, ma anche a viverci, un girone dantesco contemporaneo. Il traffico illecito dei rifiuti rappresenta una delle più consistenti minacce ambientali e sociali e sta causando danni alla salute delle persone e dell’ecosistema supportando, inoltre, nuove deprecabili forme di schiavismo, anche minorile.

Claudia Salvestrini

Claudia Salvestrini, direttrice generale del PolieCo, il Consorzio Nazionale per il riciclaggio dei rifiuti di beni in polietilene, spiega “Si tratta di una gestione dei rifiuti che risponde soprattutto alla legge del massimo profitto e che purtroppo fa i conti con delle criticità, come una importante carenza impiantistica, che ci portiamo dietro da anni. Non siamo stati lungimiranti e in questi anni sono stati costruiti soprattutto impianti di stoccaggio e selezione senza incidere sul fabbisogno degli impianti finali, come quelli di riciclo, per chiudere la filiera. I proclami sulle alte percentuali di riciclo spesso non sono coerenti con la realtà e anche quando siamo davanti a una raccolta di rifiuti che supera il 90% le percentuali che poi vengono davvero trasformate in nuova materia prima restano basse, anche intorno al 25%”.

La Convenzione di Basilea, il  trattato internazionale del 1989, entrato in vigore nel 1992, con l’obiettivo di controllare e regolamentare i movimenti transfrontalieri dei rifiuti pericolosi e il loro smaltimento, si è proposta diversi obiettivi ed  impegni come: la riduzione dei rifiuti pericolosi, la promozione di uno smaltimento ecologicamente corretto, così come il divieto di esportazione da parte di paesi verso altri che non dispongono di adeguate misure di gestione dei rifiuti tossici e la lotta al traffico illegale degli stessi. Questo regolamento troppo spesso non viene rispettato con conseguenze nefaste e oramai insostenibili. Quali sono le ragioni che portano a bypassare le norme e agire illegalmente?  Claudia Salvestrini chiarisce “Una volta il traffico illegale avveniva in modo più “grossolano”, spesso a livello formale emergevano le carenze autorizzative, oggi invece il sistema si è perfezionato e anche le prassi illecite si consumano sotto una finta veste di legalità. Non si può giustificare l’invio a impianti non idonei sparsi nel mondo, soprattutto se si tiene conto che già molte attività del ciclo dei rifiuti sono supportate economicamente attraverso il pagamento di un contributo ambientale che incide notevolmente sul costo dei prodotti finali”.

Dunque mentre in Europa ci si occupa della transizione ecologica con grande determinazione, in certe aeree del mondo, alcune davvero martoriate, si accatastano i rifiuti dei civilissimi paesi occidentali generati in conseguenza delle nuove filosofie di acquisto e consumo, praticamente usa e getta. Il caso della Tunisia è ancora fresco di vergogna, tonnellate di rifiuti inviati dalla Campania, bloccati alle dogane tunisine e, infine, riportati in Italia.
“Non è pensabile non interrogarsi se si inviano i rifiuti in Tunisia, l’attenzione deve essere massima perché siamo dinanzi ad un business enorme e per niente in dismissione. Durante il Covid, in mancanza di verifiche sistematiche, questi traffici si sono perfezionati, durante le emergenze tutto diventa più facile” afferma Salvestrini, e ancora “Ci si riferisce sempre alle mafie quando si tratta questo argomento, ma in realtà è un sistema che coinvolge imprenditori deviati di molti paesi europei con una mentalità mafiosa. Prendiamo il caso di Rotterdam, è noto che la maggior parte dei container con rifiuti illegali arrivi proprio in questo porto, ma nessuno interviene. Le nostre forze dell’ordine fanno i dovuti controlli, lavorano molto bene, ma questa buona pratica dovrebbe essere applicata ovunque. I consorzi sono nati per questo motivo, per fare verifiche e assicurarsi che tutto sia fatto secondo le regole, se questo non si attua vanno chiusi”.

Sembrerebbe dunque che le attività legate ai traffici illeciti di scarti e rifiuti siano noti a tutti, o perlomeno a molti, ma il giro d’affari è talmente gigantesco, l’interesse così importante da travalicare qualsiasi preoccupazione per le persone e per l’ambiente. Da una parte continua ad esserci, quindi, il mondo dei fortunati che si occupa della propria salute attraverso nuove pratiche e il miglioramento di molte condizioni, dall’altro, invece, c’è quello di coloro che sembrano destinati ineluttabilmente al tormento e ad essere considerati esseri umani di serie b.

Articolo ripreso da: IUS101.IT

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