A ottantʼanni dallʼeccidio di Salussola, ieri Sergio Mattarella ha voluto rendere omaggio ai partigiani della XII Divisione Garibaldi, vittime di una delle pagine più tragiche della Resistenza italiana. Nel suo messaggio inviato al Sindaco di Salussola, Manuela Chioda, il Capo dello Stato ha sottolineato il valore del sacrificio di questi combattenti per la libertà, affermando che “la Repubblica si inchina ai partigiani della XII Divisione Garibaldi, ferocemente torturati e poi fucilati per mano dei fascisti”.
Un crimine della repressione fascista
Il 9 marzo 1945 venti partigiani della XII Divisione Garibaldi vennero catturati dai fascisti nel Biellese mentre cercavano di trasportare armi e materiali utili alla lotta di Liberazione. Dopo essere stati brutalmente torturati, furono condotti a Salussola e fucilati il giorno seguente. Lʼeccidio si inserisce nel clima di estrema violenza che caratterizzò gli ultimi mesi dellʼoccupazione nazifascista in Italia, con i repubblichini e le forze di occupazione tedesche impegnate in una feroce repressione delle formazioni partigiane. La XII Divisione Garibaldi fu una delle formazioni partigiane più attive nel Biellese, un territorio caratterizzato da una forte tradizione operaia e antifascista. Gli uomini e le donne di questa divisione si distinsero per la loro determinazione nel combattere contro l’oppressione nazifascista, portando avanti numerose azioni di sabotaggio e attacchi contro le forze nemiche. Il loro contributo fu fondamentale per sottrarre ingenti risorse militari al fronte di guerra e per mantenere vivo lo spirito di resistenza tra la popolazione.
Il ricordo del sacrificio
Nelle sue parole, il Presidente della Repubblica ha voluto ricordare come lʼeroismo e la determinazione dei partigiani di Salussola abbiano gettato le basi per i principi fondamentali della Costituzione italiana: “La volontà di riaffermare lʼattaccamento alla libertà e agli insopprimibili diritti spinse gli operai a scendere in piazza per rendere omaggio alle vittime, il 14 marzo 1945, con uno sciopero generale organizzato dal Cln tramite lʼemittente partigiana biellese ʼRadio Libertàʼ, che trasmetteva da Callabiana”. Lʼeccidio di Salussola non fu un episodio isolato, ma si inserì in un contesto più ampio di lotta e resistenza che coinvolse lʼintero Nord Italia. La reazione della popolazione biellese fu immediata e decisa: migliaia di operai aderirono a uno sciopero generale per protestare contro lʼatroce massacro, dimostrando come il sostegno alla causa partigiana fosse radicato nella comunità locale.
Mattarella ha infine ribadito che la memoria di episodi come quello di Salussola deve spingere tutti ad “ambire convintamente alla pace e alla giustizia sociale”. Per il Presidente Il loro esempio resta un faro per chiunque creda nei valori della libertà e della democrazia, affinché il loro sacrificio non sia stato vano.
Parole di vicinanza
Anche il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha voluto esprimere la sua vicinanza alla comunità di Salussola, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria di questi eventi: “A ottantʼanni dallʼeccidio di Salussola, il pensiero va alle vittime, ai loro familiari, ai partigiani che affrontarono la brutalità della repressione fascista con il coraggio di chi crede nella libertà. Il ricordo del loro sacrificio resta un monito e un dovere collettivo”. Per il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto lʼeccidio di Salussola “è una storia di coraggio che si contrappose alla barbarie: un fatto che resta scolpito nella memoria delle comunità del mio territorio, quello biellese. Non dimentichiamo mai il sacrificio di chi contribuì, a costo della vita, a liberare lʼItalia”.