Ricostruire il tessuto sociale ed economico, creare opportunità di crescita per i giovani e le donne, ripensare le modalità operative del lavoro. Per il segretario di presidenza del Senato, Vincenzo Carbone, membro della 11ª Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), sono questi gli obiettivi da perseguire durante la cd. “fase due”.
Ecco come ha risposto alle domande de “la Discussione”.

Allora senatore, è pronto a tornare alla normalità?
“Andiamoci piano con le parole. Gli italiani vogliono ripartire. Ci sarebbe da essere preoccupati del contrario, ma è bene far dire a chiare lettere che la cosiddetta fase due non equivale ad un “liberi tutti”. Occorre continuare a fare molta attenzione, attenersi scrupolosamente alle misure adottate con riferimento all’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione ed al divieto di uscire salvo che per i casi consentiti, osservare il distanziamento sociale, lavarsi frequentemente le mani, ecc.”.
Che cosa non l’ha convinta della prima fase?
“La scarsa coerenza tra le decisioni dello Stato e quelle delle Regioni. Qualcuno ha parlato di una sorta di protagonismo regionale. Mi rendo conto che la Riforma del Titolo V della Costituzione ha modificato gli equilibri di un tempo, ma credo che in questo campo occorra evitare confusione e sovrapposizioni che sarebbero poco comprensibili per il cittadino medio”.
Parliamo del lavoro. Cosa cambierà dopo il Covid?
“Cominciamo col dire cosa è cambiato per effetto del Covid-19. Tantissime persone hanno visto ridursi o svanire il proprio reddito per effetto della pandemia. A soffrire sono stati un po’ tutti: le partite Iva, i liberi professionisti, gli artigiani, gli addetti delle piccole e medie industrie, il settore dei servizi, il turismo. Quando la pandemia finirà avremo di fronte uno scenario economico fragile. Bisognerà, perciò, avere una visione di prospettiva per ricostruire il tessuto sociale ed economico, creare opportunità di crescita per i giovani e le donne, ripensare anche le modalità operative del lavoro, agevolando ancora di più lo smartworking. Insomma ci vorrà una classe politica all’altezza…”.
Negli ultimi giorni in qualche retroscena giornalistico si è parlato molto del rapporto e del ruolo che potrebbe assumere Forza Italia rispetto al governo…
“La posizione del nostro partito è chiara. Non abbiamo intenzione di diventare la stampella di un esecutivo che, chiamato a gestire una emergenza come quella del coronavirus, ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza. Ovviamente non possiamo esimerci dal dialogare sui tantissimi problemi degli italiani, specie in questo momento in cui l’esigenza di tutela della salute, bene fondamentale, si intreccia con quella di avere. Ma questo fa parte delle normali dinamiche politiche. Noi di Forza Italia siamo, invece, del parere che solo un’alleanza di centrodestra abbia la capacità di guidare il Paese in uno dei momenti più difficili della sua storia recente”.