domenica, 9 Marzo, 2025
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Dazi all’Europa? Not so Easy. L’Italia la giusta mediatrice

Il 47 Presidente degli Stati Uniti annuncia in modo perentorio più dazi all’Europa. Il problema è che non è così semplice e tra l’altro non costituisce nulla di nuovo nei rapporti USA-Europa. In tal senso vale la pena ricordare, ad esempio, l’inflaction reduction act di Biden che ha creato uno scivolo per le imprese europee che si fossero trasferite in America.

Aggiustato il tiro

E infatti a Davos, Trump ha già corretto un po’ il tiro parlando di agevolazioni fiscali per le imprese che intendessero trasferirsi. In ogni caso ha recentemente confermato la volontà di imporre dazi anche all’ Europa. La misura però non è di facile applicazione e la ratio è molto semplice: l’interscambio di beni e servizi USA-Europa alla fine segna un sostanziale equilibrio, è leggermente a favore dell’Europa, ma lo squilibrio non è tale da giustificare l’applicazione pesante di dazi che rischierebbero misure in risposta alla fine dannose per entrambe le economie. Infatti l’Europa esporta beni per 502.3 miliardi di Euro e ne importa 346.5.

Il rischio effetto boomerang

Nel settore dei servizi invece esportiamo 292.4 miliardi di Euro contro importazioni per 396.4. Quindi stiamo parlando un vantaggio di circa 55 miliardi su oltre 1.000 miliardi di dollari di interscambio. Inoltre va sottolineato che il capitalismo europeo è intrecciato a doppio filo con quello americano e sarebbe molto complicato colpire settori europei senza colpire il capitale americano. Un esempio? Se si colpisce Stellantis si colpisce anche Chrysler. Ancora dazi all’auto tedesca, colpirebbe anche la componentistica italiana. Ulteriormente pensiamo a tutte le partecipazioni dei fondi americani nel nostro sistema delle imprese.

L’Italia mediatrice

Insomma la possibilità di dazi contro l’ Europa è possibile, ma è corretto quanto sostiene la Premier Giorgia Meloni che una guerra commerciale non converrebbe a nessuno, piuttosto sarebbe meglio intraprendere la strada del dialogo e per una volta l’Italia potrebbe essere il miglior mediatore a disposizione dell’ Europa.

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