venerdì, 14 Marzo, 2025
Economia

Confesercenti: economia ferma, la crescita del Pil a 1.2% obiettivo non raggiungibile

La Confederazione: consumi e famiglie prudenti. I risultati sono deludenti a rischio la riforma fiscale

Bicchiere mezzo vuoto per la Confesercenti: l’economia italiana è ferma. I consumi deludono, le famiglie sono prudenti, le riforme annunciate dal Governo, come quella fiscale, sono a rischio.
La Confederazione sottolinea come nell’ultimo trimestre dell’anno la variazione del Pil è stata nulla. Un calcolo fatto sui dati resi noti dall’Istat, che registra una economia statica, “come già era avvenuto nel terzo trimestre”.

Occupazione stabile

Anche dal mercato del lavoro, osserva la Confesercenti, “arrivano segnali meno dinamici, con l’occupazione stabile che potrebbe riflettere la crescita zero in atto”. “Le prospettive per il 2025 non lasciano al momento intravedere la possibilità di un’accelerazione significativa”, sottolinea la Confederazione, “e anche gli obiettivi di crescita attesi dal Governo dell’1,2% nell’anno in corso non saranno raggiunti”.

Più risparmio meno consumi

L’attività economica è bloccata sui livelli dello scorso giugno e nella media del 2024 il Pil risulta così aumentato appena dello 0,5%, la metà di quanto previsto dall’esecutivo nella Nota di aggiornamento.
“Un andamento deludente e cionondimeno centrato su una relativa tenuta dei consumi delle famiglie”, spiega la Confesercenti, “che secondo nostre valutazioni potrebbero essere aumentati lo scorso anno dello 0,6%. La spesa delle famiglie nell’ultimo trimestre dell’anno potrebbe, però, aver registrato un lieve decremento su base congiunturale (-0,1%) e nel complesso l’aumento rispetto al 2023 si sarebbe arrestato a 6,5 miliardi (+0,6%)”. A conti fatti i consumi non salgono e le famiglie sono molto più prudenti puntando per quanto possono sul risparmio. “Un incremento significativamente inferiore”, osserva la Confederazione, “a quello del potere d’acquisto, che riteniamo sia aumentato lo scorso anno del 2,8% ma che le famiglie hanno prevalentemente destinato al risparmio”.

Risale la fiducia

L’aspetto positivo è nella fiducia dei consumatori. “In questo quadro”, valuta la Confesercenti, “il progressivo recupero degli indicatori di fiducia consentirebbe di guardare con cauto ottimismo al 2025, quando i consumi delle famiglie potrebbero aumentare, secondo le nostre stime, dello 0,8% (+8,6 miliardi), ma a condizione che l’incremento dei prezzi rimanga al di sotto del 2%”.

Costo energia, un freno

Tra le incognite il costo dell’energia. “Destano infatti, in questo senso, le rinnovate preoccupazioni per le tensioni sui mercati energetici: se le quotazioni internazionali dovessero restare quelle correnti”, calcola la Confederazione, “l’impatto sui prezzi al consumo sarebbe inevitabile costringendo le famiglie a rinunciare a 2,1 miliardi di spesa. In queste condizioni l’aumento dei consumi si fermerebbe anche nel 2025 allo 0,6%”.

Riforme a rischio

Il mancato raggiungimento degli obiettivi di crescita per il 2024, sebbene atteso, conclude la Confesercenti, “rischia comunque di condizionare negativamente gli interventi previsti dall’agenda economica del governo. A partire dal completamento della riforma fiscale, che riteniamo indispensabile per sostenere, anche nei prossimi anni, la ripartenza dei consumi. Che, sebbene abbiano dato un importante contributo, hanno comunque registrato una dinamica ben al di sotto delle aspettative, anche considerando il taglio del cuneo fiscale, la crescita dell’occupazione e il rinnovo dei contratti nazionali”.

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