Per molte famiglie italiane, soprattutto nelle grandi città, acquistare una casa è diventato un obiettivo sempre più irraggiungibile. Secondo un’analisi dell’Osservatorio congiunturale dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), il costo del mutuo assorbe in media fino al 50% del reddito familiare, con punte che superano i due terzi per i nuclei meno abbienti. I centri urbani più grandi, come Milano, Roma e Firenze, si confermano i mercati immobiliari meno accessibili. Qui, il prezzo degli immobili, combinato con gli oneri dei finanziamenti, rende l’acquisto di una casa un’impresa quasi impossibile per chi non dispone di redditi molto alti.
Per chi non riesce a comprare casa, l’unica alternativa resta il mercato degli affitti. Ma, l’indice di accessibilità calcolato dall’Ance dipinge uno scenario poco incoraggiante: il costo annuo di locazione per un appartamento di 80 mq assorbe mediamente il 36% del reddito familiare, con punte che arrivano fino al 70% a Milano. Questo rende difficile trovare un’abitazione adeguata, aggravando ulteriormente la crisi abitativa.
Crisi del mercato immobiliare
Le difficoltà di accesso alla casa hanno avuto un forte impatto sul mercato residenziale, in particolare nelle grandi città. Milano registra una flessione significativa, con un calo delle compravendite pari all’8,5% nel 2023. Anche Firenze e Napoli hanno sofferto, mentre segnali di ripresa si sono visti a Palermo e Genova.
Per rispondere a questa crisi, l’Ance e Confindustria hanno avanzato una serie di proposte articolate su tre punti principali: snellire le normative urbanistiche, accelerando i processi per la realizzazione di nuovi progetti immobiliari; incentivare fiscalmente le imprese, affinché contribuiscano ai costi di locazione per i dipendenti, rendendo l’affitto più accessibile; creare strumenti finanziari innovativi, capaci di ridurre i rischi per gli investitori e orientare il risparmio verso iniziative immobiliari con una forte utilità sociale.
Un problema economico
“La difficoltà di accedere a un’abitazione adeguata non è solo un problema abitativo, ma un freno allo sviluppo personale e al benessere delle famiglie”, ha dichiarato Federica Brancaccio, Presidente dell’Ance. Secondo Brancaccio, questa situazione influisce negativamente anche sulla mobilità della forza lavoro, penalizzando giovani e lavoratori che potrebbero trasferirsi per migliorare le proprie prospettive.