sabato, 18 Gennaio, 2025
Attualità

I rincari alimentari pesano per 3,9 miliardi di euro sulle famiglie italiane

Il caro vita continua a mordere le tasche degli italiani. Dopo un 2023 caratterizzato da rincari significativi, anche il 2024 si apre con un nuovo aumento dei prezzi nel settore alimentare. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, i prezzi al dettaglio degli alimentari segnano una crescita del +2,4% rispetto all’anno precedente. Un rialzo che Assoutenti definisce “drammatico” e che si traduce in una spesa aggiuntiva di 219 euro in media per una famiglia con due figli. In termini collettivi, gli italiani hanno speso nel 2024 3,9 miliardi di euro in più solo per cibo e bevande rispetto al 2023, aggravando una situazione già critica per molte famiglie. “Dopo gli aumenti del 2023 ci si attendeva finalmente un calo dei prezzi al dettaglio, che purtroppo non è arrivato”, ha dichiarato il Presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso.
Il comparto alimentare non è l’unico a registrare tensioni. Tra i settori maggiormente colpiti, i servizi ricettivi e di ristorazione vedono un incremento del +3,9% nel 2024. Questo trend inflattivo sta modificando profondamente le abitudini di consumo degli italiani, che si trovano costretti a ridurre le spese non essenziali e, in alcuni casi, persino i beni primari.

Le richieste di Assoutenti

“È necessario un intervento immediato per contrastare l’aumento dei prezzi in settori primari come quello di cibi e bevande”, ha sottolineato Melluso. L’associazione ha annunciato che chiederà a Mister Prezzi, il Garante per la sorveglianza dei prezzi, un approfondimento urgente sulla dinamica dei listini, per comprendere le cause e individuare soluzioni efficaci. Assoutenti evidenzia inoltre l’urgenza di misure strutturali per calmierare i prezzi, come incentivi alla filiera agricola, controlli sui margini di distribuzione e sgravi fiscali per le famiglie in difficoltà.
Nonostante un’inflazione media dell’1% nel 2024, l’aumento dei prezzi alimentari rimane significativamente più alto, creando un disallineamento che pesa sulle spalle dei consumatori. Il rischio è che questo trend continui anche nei prossimi anni, compromettendo ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie italiane.

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