mercoledì, 15 Gennaio, 2025
Attualità

Coldiretti: no all’etichetta del rischio cancro sulle bottiglie di vino

La richiesta viene dagli Stati Uniti. Ora si attende cosa deciderà Trump

Il surgeon general Vivek Murthy, capo operativo della sanità Usa, ha chiesto che sulle bevande alcoliche come birra, vino e liquori venga applicata un’etichetta che avverta i consumatori sui rischi di cancro, come quella presente sui pacchetti di sigarette. La notizia rimbalzata in tutto il mondo ha messo in allarme i produttori di vino con gli Stati Uniti che, con 33,3 milioni di ettolitri, si classificano come il principale consumatore mondiale. E soprattutto potrebbero fare da apripista a normative stringenti in altri Paesi dopo il via libera di fatto dell’Unione Europea agli alert warning sanitari sugli alcolici concesso all’Irlanda. L’Italia è leader nelle esportazioni nel mondo per un valore di 21,4 milioni di ettolitri, seguita dalla Spagna con 20,8 milioni di ettolitri e dalla Francia con 12,7 milioni di ettolitri. I tre Paesi complessivamente hanno esportato vino per 54.9 milioni di ettolitri, pari al 56% del totale mondiale nel 2023. Nello specifico le esportazioni di vino italiano nel 2024 sono stimate pari a circa 2 miliardi di euro negli Stati Uniti che si classificano di gran lunga come il principale mercato di sbocco, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Coldiretti su dati Istat e Oiv.

Ipotesi protezionista

Provvedimento ingiustificato che suscita stupore tra gli agricoltori italiani. La Coldiretti scrive nella webzine il Punto, che “appare del tutto ingiustificata e impropria soprattutto l’equiparazione dell’eccessivo consumo di superalcolici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità a più bassa gradazione come il vino che è diventato nel tempo l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol. Il giusto impegno per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi infatti in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. Si tratta peraltro di una ipotesi protezionistica e distorsiva del commercio che è il risultato di un approccio ideologico nei confronti di un alimento naturale come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea, con riconosciute proprietà salutistiche in quantità moderate e che conta sulle tavole ben diecimila anni di storia.”

“Negli Usa pensino agli obesi”

Inoltre, “stupisce che la proposta arrivi da un Paese come gli Stati Uniti dove il 40,3% dei cittadini sono obesi per effetto del consumo di junk food. Lo stesso Robert F. Kennedy jr, nuovo segretario alla Salute, ha spesso espresso preoccupazione per l’epidemia di obesità negli Stati Uniti, accusando peraltro il cibo ultra-processato di essere uno dei principali fattori che contribuiscono a provocarla. Ma la misura proposta sembra anche essere fortemente autolesionista considerando che gli Stati Uniti sono il quarto produttore mondiale di vino dopo Italia, Francia e Spagna con una produzione stimata nel 2024 pari a 23,6 milioni di ettolitri e con il 70%-80% delle vendite negli States che riguarda proprio i vini made in Usa.”

Forte opposizione

Ed è quindi lecito attendersi una forte opposizione da parte delle wineries statunitensi che nel tempo sono state oggetto di interesse ed investimento di importanti opinion leaders della società statunitense. E anche per questo, occorrerà attendere l’insediamento del presidente eletto Donald Trump che ha proposto il cambio anche del Surgeon General, che diventerà Janette Nesheiwat, medico di famiglia ed ex collaboratrice di Fox News. Peraltro, notano gli agricoltori italiani, che solo il Congresso può imporre le nuove norme e non è chiaro se l’amministrazione entrante sia favorevole al cambiamento. Va fatto peraltro notare “che il Presidente eletto non beve e ha spesso raccontato di essere astemio poiche’ il fratello è morto proprio a causa di una dipendenza da alcol. Anche Robert F. Kennedy Jr, scelto dal tycoon per guidare la Sanità ha un passato di dipendenze da droga e alcol ma ha assicurato di avervi completamente rinunciato decenni fa.”

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