domenica, 5 Gennaio, 2025
Attualità

Caso Sala, i genitori chiedono il silenzio stampa

Cecilia Sala, giornalista italiana di 29 anni, è stata arrestata il 19 dicembre 2024 a Teheran, capitale dell’Iran, mentre si trovava nel Paese per realizzare reportage sulla situazione locale. Sala era entrata in Iran con un visto giornalistico, che è il permesso necessario per lavorare legalmente come reporter in uno Stato straniero. Le autorità iraniane l’accusano di aver violato le leggi del Paese, senza fornire ulteriori dettagli.

Detenzione in condizioni difficili

Attualmente, Sala è detenuta nella prigione di Evin, nota per ospitare dissidenti politici e cittadini stranieri. Si tratta di una struttura tristemente famosa per le dure condizioni di detenzione. Fonti diplomatiche riportano che la giornalista dorme sul pavimento con solo due coperte a disposizione ed è stata sottoposta a isolamento totale, una condizione in cui non è permesso alcun contatto con altre persone.

L’intervento dell’ambasciatrice italiana

Paola Amadei, ambasciatrice italiana a Teheran, ha incontrato il viceministro degli Esteri iraniano, Vahid Jalalzadeh, per discutere il caso di Sala. Durante il colloquio, Amadei ha chiesto il rilascio immediato della giornalista e il miglioramento delle sue condizioni di detenzione. Le autorità iraniane, dal canto loro, hanno confermato l’arresto, spiegando che il caso è ancora sotto inchiesta.

Un caso intrecciato con tensioni internazionali

Nello stesso periodo, in Italia è stato arrestato Mohammad Abedini, un ingegnere iraniano-svizzero. Abedini è stato fermato all’aeroporto di Milano Malpensa il 16 dicembre 2024 su richiesta degli Stati Uniti, che lo accusano di aver fornito componenti per droni all’Iran. I droni, spiegano gli esperti, sono piccoli velivoli senza pilota usati sia per scopi civili che militari. L’Iran ha definito l’arresto di Abedini “illegale” e legato a pressioni politiche statunitensi.

Le parole di Abedini

Dal carcere, Abedini ha parlato per la prima volta di Cecilia Sala, affermando: “Pregherò per lei e per me”. La sua udienza per decidere se rimarrà in carcere o otterrà i domiciliari è fissata per il 15 gennaio alla Corte d’Appello di Milano.

Il silenzio richiesto dalla famiglia

I genitori di Cecilia Sala, che stanno vivendo momenti di grande preoccupazione, hanno chiesto espressamente il silenzio stampa sulla vicenda. In una breve dichiarazione, hanno definito la situazione “un caso delicato” e invitato tutti a evitare speculazioni.

I prossimi passi delle autorità italiane

Lunedì 6 gennaio, Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, riferirà al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) sugli sviluppi del caso. Questo organismo si occupa di questioni di sicurezza nazionale e segue da vicino situazioni sensibili come quella di Cecilia Sala.

Un delicato equilibrio diplomatico

Il caso Sala si inserisce in un contesto diplomatico complesso, con l’Italia che cerca di mantenere rapporti equilibrati sia con l’Iran che con gli Stati Uniti. Da un lato, il governo italiano sta facendo pressioni per il rilascio della giornalista; dall’altro, deve gestire la richiesta americana di estradizione per Abedini. La vicenda mostra le difficoltà legate alle relazioni internazionali, in cui le scelte di un Paese possono avere ripercussioni su altri.

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