giovedì, 26 Dicembre, 2024
Attualità

La Scena Sino Russa e Iraniana. La Profezia di Brzezinski

Quasi trent’anni fa, l’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale Zbigniew Brzezinski lanciò un avvertimento profetico “Potenzialmente, lo scenario più pericoloso sarebbe una grande coalizione di Cina, Russia e forse Iran, una coalizione ‘anti-egemonica’ unita non dall’ideologia ma da lamentele complementari. Ricorderebbe per scala e portata la sfida un tempo posta dal blocco sino-sovietico, anche se questa volta la Cina sarebbe probabilmente il leader e la Russia la seguace”.

Uno scenario che si è di fatto realizzato e parte dal tentativo di globalizzare il mondo e quindi la Cina,la quale però non darà mai avvio alle riforme interne.

Nata un’alleanza strategica

Come si sia arrivati alla blocco Sino Russo è storia recente, ma lasciamo ad altri le analisi ex post, il punto che si qui si vuole analizzare e se sia possibile separare i due attori. Sebbene non si amino e la politica cinese tenda a una certa stabilità necessaria allo sviluppo delle sue vie commerciali (al contrario della Russia che sembra molto più disponibile al rischio militare) Il blocco Sino Russo appare molto più che un’amicizia temporanea, ma sta assumendo sempre più il carattere di una alleanza dove ambo gli attori riescono a superare gli interessi tattici conflittuali in nome di una alleanza strategica per sostituire l’egemonia americana.

Da sottolineare che non si parla di contenimento dell’egemonia americana, ma di sostituzione. Questa ambizione strategica assume sempre più carattere esistenziale, il che vuol dire giocare una partita estrema.

Le strategie della sfida

I punti attraverso i quali raggiungere gli obiettivi sono:

– Erodere l’influenza americana in Europa, nell’Indopacifico e nel Medio Oriente. In questo quadro l’Europa è vista come particolarmente sensibile a influenze esterne e l’Iran, sebbene indebolito, rimane un attore fondamentale.

– indebolire il sistema di alleanze e compromettere l’efficacia e l’estensione del deterrente nucleare americano, in particolar modo l’ombrello USA di protezione nucleare.

– Fare in modo che le iniziative militari regionali, sul lungo periodo, abbiano un bilancio negativo

– minare la credibilità internazionale degli Stati Uniti in termini di resilienza e quindi di permanenza militare

– Evitare che i valori americani ed europei di democrazia penetrino all’interno dei domini Sino – Russi per garantire la continuità del potere.

Nuove rotte commerciali

Tutti i fattori di potenziale contrapposizione, spesso sollevati dagli scettici, di fatto vedono il superamento dei differenti indirizzi e tattiche in virtù dell’obiettivo strategico anzidetto. Le dispute territoriali vengono minimizzate. Agli avvisi di Pechino contro il nucleare, corrisponde l’intensificarsi dei programmi comuni nel settore e con particolare riguardo alla guerra in Ucraina , la Cina fornisce assistenza tecnologica alla Russia per lo sviluppo delle sue armi. In generale la partnership economica è fortemente asimmetrica , ma al contempo produce significativi benefici per entrambi. Sul piano politico pensiamo solo all’accordo Sino Russo nell’artico che di fatto vede entrare nel settore la Cina al fianco dei Russi, con la possibilità per la flotta cinese di utilizzare alcune basi ex URSS (che per inciso sono state tutte riattivate), progettare nuove rotte commerciali e programmi di cooperazione per le infrastrutture energetiche. Vale la pena ricordare che in precedenza la Cina, proclami a parte, era rimasta fuori dal Consiglio Artico non avendo coste che lambiscono la Regione.

La mancanza di un Kissinger

In generale possiamo dire che l’azione del blocco Sino Russo farà ampio ricorso ad attacchi Cyber, disinformazione e alimenterà focolai regionali.

Di fronte a questa sfida, che non è solo una sfida agli USA ma lo è anche all’Europa e al modello democratico, serve più che mai una forte Alleanza Atlantica, oltre al rafforzamento nell’ Indopacifico del QUAD (Quadrilateral Security Dialogue composto da Australia, India , Giappone e USA ). Purtroppo non abbiamo più un Kissinger (che all’epoca divise il blocco sino sovietico) , ma la nuova Presidenza , assieme al Pentagono e gli altri apparati hanno ben presente la posta in gioco di questa partita egemonica.

 

Paolo Falconio

Membro del Consejo Rector de Honor e conferenziere de la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)

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