Secondo i dati pubblicati dall’Istat, a dicembre 2024 la fiducia dei consumatori, ovvero il loro ottimismo verso la situazione economica generale e personale, ha registrato un leggero calo. L’indice che misura questo dato è sceso da 96,6 a 96,3, un segnale che i consumatori sono un po’ meno positivi rispetto al mese precedente. Questo risultato dipende soprattutto dal peggioramento delle aspettative sulla situazione economica generale del Paese e sull’occupazione. In altre parole, le persone sono più preoccupate per il futuro dell’economia e per il rischio di perdere il lavoro. Di conseguenza, il cosiddetto “clima economico”, che misura l’ottimismo su questi temi, è sceso da 97,8 a 96,1, mentre il “clima futuro”, legato alle prospettive personali, è calato da 93,8 a 93,3.
Nonostante queste preoccupazioni, le valutazioni personali delle famiglie sono rimaste stabili o in lieve miglioramento. Per esempio, il “clima personale”, che riflette le opinioni su questioni quotidiane come il reddito o le spese, è aumentato leggermente da 96,2 a 96,4.
Le imprese tornano a essere più ottimiste
Per quanto riguarda le imprese, dicembre 2024 ha segnato un’inversione di tendenza positiva. L’indice che misura la fiducia degli imprenditori è salito da 93,2 a 95,3, dopo due mesi di calo. Questo significa che, in generale, le aziende vedono con maggiore ottimismo la situazione economica e le prospettive per il loro settore. La crescita è stata trainata dai servizi, un settore che include attività come il turismo, i trasporti e la comunicazione. Qui l’indice di fiducia è passato da 93,9 a 99,6, un miglioramento significativo. Anche il commercio al dettaglio (cioè i negozi che vendono direttamente ai consumatori) ha mostrato un piccolo passo avanti, con l’indice che è salito da 106,8 a 106,9.
Industria e costruzioni: segnali meno incoraggianti
Non tutti i settori economici hanno però registrato miglioramenti. L’industria, ad esempio, ha visto un leggero calo della fiducia: nella manifattura, che si occupa di produzione di beni come automobili o elettrodomestici, l’indice è sceso da 86,5 a 85,8. Anche nel settore delle costruzioni, che riguarda l’edilizia e le infrastrutture, la fiducia è diminuita da 101,5 a 100,9. In questi settori, le imprese sembrano meno ottimiste per il futuro, sebbene nella manifattura ci sia un dato positivo: le attese sulla produzione, ovvero quante aziende pensano di produrre di più nei prossimi mesi, sono leggermente migliorate.
Cosa dicono i consumatori e i negozianti
Nel commercio al dettaglio si osserva una situazione mista. Da un lato, i negozianti giudicano positivamente le vendite recenti, ma dall’altro sono preoccupati per l’accumulo di scorte (i prodotti invenduti in magazzino) e per il possibile calo delle vendite nei prossimi mesi. Anche tra i consumatori si nota una maggiore difficoltà: molti hanno espresso opinioni negative sul bilancio familiare e sulla possibilità di mettere soldi da parte in questo momento.