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Turismo: solo il 52% degli immobili adibiti a affitti brevi si è dotato di Cin

mercoledì, 11 Dicembre 2024
1 minuto di lettura

Con l’avvicinarsi di gennaio, il settore degli affitti brevi è sotto i riflettori: dal prossimo anno, gli immobili turistici privi del Codice identificativo nazionale saranno soggetti a sanzioni comprese tra 800 e 8.000 euro. Questo obbligo normativo, pensato per favorire trasparenza e sicurezza, trova però un livello di adesione ancora troppo basso. Un’indagine condotta da Fondazione Isscon e Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con il contributo del Sunia, ha esaminato lo stato di applicazione del CIN e delle dotazioni di sicurezza negli affitti brevi. I risultati sono allarmanti: su quasi 1.000 immobili monitorati in dieci città italiane, solo il 52% è in regola con il codice obbligatorio. La situazione peggiora ulteriormente quando si considerano anche i requisiti di sicurezza, con appena l’8,5% degli immobili pienamente conformi. La mappa delle irregolarità è disomogenea. Napoli registra il dato peggiore, con solo il 32% degli immobili dotati del Cin. Seguono Firenze (37%), Bologna (48%) e Torino (51%). La situazione è leggermente migliore a Milano, che guida la classifica con un 67% di conformità. Sul fronte della sicurezza, il quadro si fa ancora più preoccupante. Solo 1 immobile su 12 risulta conforme sia al Cin che ai tre elementi di sicurezza richiesti. A Torino, solo il 2,2% delle strutture soddisfa questi requisiti, seguita da Bologna, Napoli e Firenze (5,6%). Anche città con dati relativamente migliori, come Milano (17,7%) e Roma (19%), confermano un quadro complessivo critico.

Le conseguenze

Questa situazione pone gravi problemi di sicurezza, legalità e sostenibilità per il turismo. L’assenza di regole chiare e applicate uniformemente contribuisce al fenomeno dell’overtourism, che sta trasformando le città italiane, spesso a scapito di famiglie e studenti, con un rialzo dei canoni di locazione e una pressione crescente sui servizi pubblici locali. Per affrontare questa emergenza, è necessario un ripensamento del modello turistico. Le misure suggerite includono l’esclusione dalle piattaforme degli immobili irregolari, l’indicazione dell’indirizzo e dei dati del locatore, la sospensione e revoca delle autorizzazioni, il rafforzamento dei controlli locali.

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