Il Consiglio dei Ministri di ieri ha approvato il cosiddetto ‘Concordato Bis’, riaprendo i termini per la regolarizzazione fiscale fino al 12 dicembre (la precedente scadenza era fissata al 31 ottobre). La misura, parte delle iniziative di ‘pacificazione fiscale’ avviate negli ultimi anni, punta a offrire ai contribuenti la possibilità di sanare le loro posizioni debitorie con il fisco in modo agevolato. In pratica, questa misura consente alle persone e alle imprese con debiti fiscali di sanare la propria situazione pagando una somma ridotta, evitando sanzioni più severe e con condizioni più favorevoli rispetto a un pagamento ordinario. L’obiettivo dichiarato del governo è incentivare il recupero di risorse per finanziare il taglio dell’Irpef e sostenere il bilancio dello Stato.
La decisione è arrivata dopo una serie di confronti tra l’esecutivo, le categorie e i professionisti, che hanno evidenziato la necessità di allargare la finestra temporale per consentire a più cittadini e imprese di regolarizzare la propria posizione fiscale in modo agevolato.
Prova di ascolto
Il Viceministro all’Economia Maurizio Leo ha commentato la decisione su Facebook, sottolineando che si tratta di una “importante prova di ascolto da parte del governo”, che ha voluto rispondere alle richieste di contribuenti e operatori del settore per un fisco più vicino alle esigenze reali: “Dopo un confronto con le categorie e i professionisti, abbiamo deciso di allargare ulteriormente la possibilità di aderire a una misura apprezzata e conveniente per tutti: Stato e cittadini”. Leo ha spiegato che l’esecutivo ha potuto riaprire i termini solo ora perché era necessario acquisire dati certi sul gettito del concordato preventivo entro la scadenza del 31 ottobre, al fine di programmare una nuova riduzione delle tasse a partire dal 2025: “Il fisco che abbiamo sempre professato di volere è proprio questo: semplice e dialogante con i contribuenti”.
Il ‘Concordato Bis’ è arrivato da una richiesta specifica avanzata da Forza Italia. La decisione è stata confermata dal Vicepremier Antonio Tajani, che ha annunciato la misura sui social, sottolineando che le risorse aggiuntive ottenute dal Concordato saranno utilizzate per sostenere il ceto medio e ridurre la pressione fiscale sulle famiglie italiane.
La critica
Ma la riapertura dei termini per il concordato preventivo biennale ha suscitato forti critiche da parte della Cgil, che definisce la misura come “una vera e propria sagra per gli evasori”. In una nota, il segretario confederale Christian Ferrari ha espresso indignazione per quella che considera una politica fiscale favorevole a chi evade le tasse, a scapito dei lavoratori e dei pensionati che rispettano i propri obblighi contributivi. Ferrari ha duramente criticato il tempismo della decisione, arrivata il giorno dopo un incontro tra i sindacati ed esecutivo a Palazzo Chigi per discutere la manovra di bilancio: “È l’ennesima conferma della totale sordità del governo alle richieste del sindacato”, ha tuonato, sottolineando come le istanze dei rappresentanti dei lavoratori siano state ignorate a favore di politiche che, secondo la Cgil, premiano chi non rispetta le regole fiscali.
Secondo Ferrari, la riapertura del concordato preventivo è “uno schiaffo” alle lavoratrici, ai lavoratori, alle pensionate e ai pensionati, che già si troveranno a pagare circa 17 miliardi di euro in più di Irpef nel 2024. Mentre i cittadini onesti vedono aumentare la loro pressione fiscale, il governo, afferma Ferrari, continua a “predisporre ogni strumento possibile e immaginabile”per permettere a chi evade le tasse di evitare i propri obblighi. Da segnalare che Consiglio dei Ministri sempre ieri ha dato il via libera anche alla nomina di Salvatore Luongo come Comandante generale dei Carabinieri: prenderà il posto di Teo Luzi.