E ‘strano che le principali società di sondaggi e le più importanti testate giornalistiche abbiano ritenuto che ci fosse un testa a testa tra i due candidati mentre invece la vittoria di Trump è stata così ampia da conquistare ai Repubblicani anche il Senato e il Congresso. Non è stata data la giusta considerazione al fatto che la Harris era una candidata di ripiego più sbiadita dello stesso Biden e il fatto che fosse etero diretta da Obama è stato più un svantaggio che un vantaggio; quanto al sostegno del mondo dello spettacolo si è visto che le star sono seguite nella loro attività artistica ma non spostano un voto nel cuore dell’America profonda che voleva sentirsi dire quello che Trump ha promesso: fermare nuovi arrivi di clandestini, deportare quelli già arrivati, non coinvolgere gli Stati Uniti in conflitti bellici e riequilibrare il deficit commerciale sostenendo la produzione interna. Tra il promettere in campagna elettorale e il fare quando si è al governo può esserci il mare. La Meloni, ad esempio, dall’opposizione prometteva l’uscita dall’euro, il blocco navale e il taglio delle accise sui carburanti; tutte promesse non mantenute, ma si sa che la maggioranza degli elettori ama sentirsi promettere alcune cose senza chiedersi se sia possibile realizzarle. Per quanto riguarda i clandestini sicuramente Trump completerà il muro ai confini con il Messico, ma non è escluso che anche lì arriveranno i trafficanti di esseri umani a sperimentare nuove strade marittime. Per quanto riguarda il riequilibrio degli interscambi commerciali l’idea del nuovo presidente è quella di mettere dazi sui beni importati con valori più alti per quelli cinesi. L’andamento delle borse è stato indicativo. Sono cresciute le borse degli Stati Uniti e del Giappone e hanno perso valore quelle della Cina e delle principali nazioni europee. Le cose non sono però così semplici. Mettere dei dazi significa stimolare gli altri a fare altrettanto. E’ pur vero che la Cina ha un surplus commerciale con gli Stati Unite e mantiene artificialmente basso il valore della sua moneta ma la Repubblica Popolare Cinese è la maggiore detentrice di titoli di stato statunitensi, In altre parole presta denaro all’America perché quest’ultima compri i propri prodotti industriali. Uno scontro che portasse il governo cinese a ridurre il suo stock di titoli americani non potrebbe non portare conseguenze economiche agli Stati Uniti. Quanto all’Unione Europea, non resterebbe altro da fare che rispondere alle barriere con le barriere; ci perderebbero tutti. Ritengo quindi che le azioni di Trump saranno molto più ragionevoli di quanto ha minacciato. Il punto di massimo interesse riguarda il modo con cui Trump gestirà la politica estera. Che abbia più interesse all’area asiatica rispetto a quella europea è noto anche per le sue dichiarazioni provocatorie rispetto all’atteggiamento americano nei confronti dell’Alleanza Atlantica di cui è lo stato leader.” I paesi europei devono spendere di più per la loro difesa altrimenti non ostacolerò i programmi della Russia”. Non sempre il male viene per nuocere. Da troppo tempo gli Stati Europei sono abituati a vivere sotto l’ombrello protettivi degli Stati Uniti. Un senso di insicurezza potrebbe spingerli ad integrarsi maggiormente, ad avere una politica estera condivisa, a mettere insieme le capacità industriali in tema di armamenti per una difesa comune. Trump cercherà di realizzare accordi bilaterali con il classico principio del divide et impera. Saremo capaci di reagire a queste minacce? E’ qui che si gioca per l’Europa il superamento della inconsistenza attuale e il ritorno ad un peso politico proporzionato alla forza che una maggiore unità potrà dare. Come verrà risolto il conflitto tra Russia e Ucraina? Un cedimento totale alle richieste russe sarebbe uno smacco per gli Stati Uniti ed allarmerebbe i propri alleati. Ammesso che sia necessario concedere la Crimea e i territori occupati, all’Ucraina dovrà essere garantita una forma di protezione certa o con l’ingresso nella Nato o con una alleanza politico-militare garantita da Stati Uniti e Gran Bretagna. In questo modo la sconfitta politica di Putin sarebbe evidente non essendo riuscito a prendersi tutta l’Ucraina senza la possibilità di riprovarci e avendo ottenuto l’adesione alla Nato di Finlandia e Svezia al prezzo di numerose perdite. Dove Trump dovrà giocare la sua partita più difficile srà nell’est Asia. La Cina ha l’ambizione di superare gli Stati Uniti come leader mondiale in campo economico, politico e militare. Le dimensioni del paese ed una politica abile potrebbero consentire questa rivoluzione. Gli Stati Uniti cercheranno di ridurre le capacità di ricerca scientifica dei cinesi, e dovrebbero migliorare i loro rapporti con l’India secondo il principi da far valere con in governo indiano che è meglio avere un amico lontano se si ha un competitore vicino. L’ultimo aspetto riguarda i rapporti con l’Iran che è il vero nemico nel medio oriente. La rivelazione che si stava ordendo un complotto iraniano per eliminare Trump mi insospettisce alquanto; si vuole forse consentire agli israeliani di azzerare le possibilità di Teheran di dotarsi di un armamento nucleare?
Achille Lucio Gaspari
Professore ordinario Università Tor Vergata di Roma
2 commenti
Una disamina dell’argomento precisa ,ben articolata, elaborata in forma italiana chiara e corretta.Del tutto condivisibile.MT Graziadio
Che dire?!?! Intelligente analisi che aiuta ad avere una visione corretta di ciò che, nostro malgrado, avviene intorno a noi a livello nazionale e mondiale. La Meloni ha illuso i suoi elettori con promesse impossibili da onorare. Non ha dimenticato le promesse fatte ai suoi parenti e amici.