martedì, 22 Ottobre, 2024
Salute

Iss: “Amianto, 1.545 morti ogni anno per il mesotelioma”

Ma i decessi tra i giovani calano

Tra il 2010 e il 2020 l’Italia ha registrato una media di 1.545 decessi annui per mesotelioma, un tumore associato principalmente all’esposizione all’amianto. Di questi, 1.116 uomini e 429 donne hanno perso la vita ogni anno, secondo il nuovo rapporto Istisan 24|18 pubblicato dall’Istituto superiore di sanità. Sebbene l’impatto di questa malattia resti devastante, un dato incoraggiante emerge dal rapporto: il numero di morti tra le persone sotto i 50 anni è in calo, segnando un primo effetto positivo della legge 257/92, che nel 1992 vietò l’uso dell’amianto in Italia. Il mesotelioma è una malattia con una lunga latenza, che può manifestarsi anche a distanza di 30-40 anni dall’esposizione. Il 27 marzo 1992, con l’approvazione della legge 257/92, l’Italia proibì la produzione e l’uso di amianto con 13 anni di anticipo rispetto alla normativa europea. Questa decisione, sebbene tardiva per molte delle vittime che hanno subito l’esposizione negli anni precedenti, sta iniziando a mostrare i primi risultati, come indicato dalla riduzione delle morti tra i giovani sotto i 50 anni, passate da 31 casi nel 2010 a 13 nel 2020. Nonostante il calo delle morti tra i più giovani, il mesotelioma continua a mietere vittime, soprattutto tra coloro che sono stati esposti all’amianto in ambito lavorativo o ambientale. Il rapporto dell’Iss evidenzia come la maggior parte dei decessi sia avvenuta tra coloro che hanno inalato fibre di amianto in ambienti di lavoro, come cantieri navali, industrie del cemento-amianto e miniere. Ma l’esposizione può essere avvenuta anche in contesti domestici, con fibre liberate nell’aria dalle abitazioni o da fonti presenti sul territorio.

Un problema ancora attuale

Le regioni più colpite, come Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria, presentano un tasso di mortalità per mesotelioma superiore alla media nazionale, ma i casi sono distribuiti su tutto il territorio italiano. In particolare, 375 comuni italiani hanno mostrato un numero di decessi superiore alle attese, legato principalmente alla presenza di siti industriali o cantieri. Il rapporto dell’Iss sottolinea come l’amianto rimanga una priorità di sanità pubblica. Rocco Bellantone, Presidente dell’Iss, ha ribadito l’impegno dell’Istituto nel proseguire le attività di sorveglianza epidemiologica, monitorando le malattie amianto-correlate e contribuendo alla definizione di strategie per individuare e rimuovere le fonti di esposizione ancora presenti nel Paese. Per contrastare l’impatto dell’amianto sulla salute pubblica, il Progetto Sepra (Sorveglianza epidemiologica, prevenzione e ricerca sull’amianto), finanziato dall’Inail, svolge un ruolo cruciale. Coordinato dalla Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, Sepra mira a potenziare la ricerca e la prevenzione attraverso la collaborazione tra istituzioni, accademie e associazioni. Il workshop organizzato dall’Iss nell’ambito del progetto ha come obiettivo la condivisione dei dati, tra cui quelli presentati dall’Iss e dal Registro Nazionale Mesoteliomi, per rafforzare gli strumenti di prevenzione e assistenza per gli ex esposti e le loro famiglie.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Euro Ncap: le auto sono sempre più pesanti

Valerio Servillo

Cnel: approvato il documento sul salario minimo. Brunetta: necessaria la contrattazione collettiva

Antonio Gesualdi

Crisi dei consumi, artigiani in allarme

Valerio Servillo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.