lunedì, 21 Ottobre, 2024
Esteri

Medioriente, drone colpisce la casa di Netanyahu a Cesarea: nessun ferito

Un drone ha colpito la residenza del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Cesarea, una città costiera a nord di Tel Aviv. L’attacco non ha causato feriti e, secondo quanto riportato dall’ufficio del Premier, né Netanyahu né sua moglie erano presenti in casa al momento dell’esplosione. L’esercito israeliano, noto come IDF (Forze di Difesa Israeliane), ha inoltre abbattuto altri due droni provenienti dal Libano. Poco dopo, le sirene d’allarme sono risuonate a Tel Aviv per avvertire la popolazione di possibili nuovi attacchi aerei. Un alto funzionario israeliano ha dichiarato al canale televisivo Channel 12 che l’Iran potrebbe essere dietro l’attacco al premier Netanyahu. Secondo questa fonte, il drone sarebbe partito dal Libano e avrebbe preso di mira direttamente la residenza del primo ministro. Tuttavia, non ci sono conferme ufficiali da parte delle autorità israeliane che la casa colpita fosse effettivamente quella del premier.

Nel frattempo, l’Iran ha preso una posizione ferma contro la possibilità di risolvere il conflitto israelo-palestinese attraverso la cosiddetta “soluzione dei due Stati”, che prevede la creazione di uno Stato palestinese indipendente accanto a Israele. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato che questa soluzione non porterebbe pace nella regione e ha proposto che il futuro della Palestina venga deciso democraticamente dalla popolazione locale. Araghchi ha anche discusso della questione con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, sottolineando la necessità di un’azione collettiva per fermare la violenza in corso.

Passi legittimi

Anche la Turchia ha commentato la situazione, con il ministro degli Esteri Hakan Fidan che ha criticato Israele, affermando che le sue azioni stanno spingendo l’Iran a rispondere con quelli che ha definito “passi legittimi”. Fidan ha fatto riferimento a un attacco missilistico iraniano contro Israele avvenuto il primo ottobre come esempio di questa reazione. Nello stesso giorno, il gruppo militante libanese Hezbollah ha lanciato una serie di razzi contro la regione di Haifa, ferendo nove persone. La situazione nella regione è molto tesa, con violenze che continuano sia nel nord di Israele che nella Striscia di Gaza. In particolare, un ospedale situato a Beit Lahia, nel nord della Striscia, è stato colpito da bombardamenti.

L’esercito israeliano ha rilevato il lancio di 115 razzi provenienti dal Libano nella sola mattinata. Alcuni di questi sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerea, mentre altri sono caduti in diverse zone della Galilea, una regione nel nord di Israele.

Gli scontri

Nella Striscia di Gaza, continuano invece gli scontri tra Israele e Hamas. I soccorritori hanno riferito che oltre 400 persone sono state uccise nei raid aerei israeliani nelle ultime due settimane. L’IDF ha anche distribuito volantini nel sud della Striscia, in cui si promette un passaggio sicuro a chi deporrà le armi e collaborerà per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Su questi volantini appare anche l’immagine di Yahya Sinwar, leader di Hamas, che, è stato ucciso nei giorni scorsi casualmente da un raid Israeliano a Gaza.

Il nostro Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato che la morte di Sinwar potrebbe aprire la strada a un cessate il fuoco. Secondo alcune fonti, il corpo di Sinwar potrebbe diventare una merce di scambio per negoziare la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

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